La Lega in Sicilia si interroga dopo il pessimo risultato elettorale delle amministrative e si apre il dibattito sul suo futuro. Ad innescare la polemica è l’europarlamentare Francesca Donato che chiama in causa il commissario regionale Stefano Candiani.
La Donato parla, senza mezzi termini, di “disastroso risultato elettorale” attribuendolo a dei gravi errori politici. “La Lega, primo partito italiano, non può certamente restare indifferente al dato politico dei risultati in Sicilia, soprattutto dopo il largo consenso ottenuto solo un anno fa alle Europee – afferma l’esponente salviniana -. Un segnale inequivocabile che deve servire a chi guida il partito, per comprendere le dinamiche del territorio siciliano e riorganizzare la struttura locale del partito. Serve un cambio di passo per il bene stesso della Lega”.
Per l’europarlamentare del Carroccio “il nostro segretario regionale, a cui va riconosciuto il merito di aver assolto al difficile compito di creare una struttura organizzata dove prima non c’era nulla, ha creato le condizioni perché il partito iniziasse a strutturarsi, dando un ordine e delle regole precise di organizzazione”. Questo lavoro, però, dice la Donato “ha purtroppo distratto da una azione politica sui territori e dalla necessità di affrontare e risolvere i problemi reali dei cittadini siciliani. La struttura messa in piedi si è rivelata troppo rigida e poco permeabile agli appelli di attenzione e coinvolgimento da parte del territorio e molte energie positive non sono state messe nelle condizioni di potersi esprimere”.
Il riferimento di Francesca Donato è “ai vari consiglieri espulsi dopo aver protestato pubblicamente per non aver ricevuto l’attenzione richiesta” e ai commissari cittadini “che si sono dimessi dal loro incarico non trovando interlocuzioni proficue con il direttivo regionale”. Problemi “comprensibili – evidenzia l’europarlamentare – quando si crea da zero una struttura, scegliendo tra giovani volenterosi, ma non sempre all’altezza del ruolo assegnato”.
Secondo l’europarlamentare, però, “occorreva ascoltare quelle voci” e inoltre “fino adesso è mancata una forte affermazione del nostro ruolo in Regione. Abbiamo assunto la responsabilità di governo in un assessorato importante e fortemente simbolico, quale quello dei Beni culturali e dell’identità siciliana, ma ancora – prosegue – non abbiamo dato il segnale di discontinuità che i nostri elettori si aspettavano”.
Per l’esponente leghista “i linguaggi, i codici di comportamento, le gerarchie dei valori e anche le priorità in Sicilia sono diverse. Nella nostra isola mancano le strade, le infrastrutture, i centri di studio e ricerca di alto livello e i giovani sono costretti ad emigrare per studiare e trovare lavoro. La Lega in Sicilia non ha ancora fatto propri questi temi, ricalcando troppo ciecamente le linee tracciate dai leader del nord, senza elaborare un proprio progetto per la regione siciliana”.
La parlamentare europea della Lega punta comunque a “un centrodestra unito” in Sicilia “che guardi con fiducia – evidenzia – alla grande tradizione moderata della Sicilia nella quale la Lega può e deve essere un pilastro portante”.
E infine l’affondo sull’organizzazione del partito nell’Isola: “Il nostro commissario regionale, Stefano Candiani, ha sempre sostenuto che la guida del partito in Sicilia, appena possibile, avrebbe dovuto essere affidata ad un siciliano. Lo ha detto spesso in privato e dichiarato pubblicamente nei giorni scorsi. Io credo che i tempi per questo cambio di passo siano maturi – conclude Donato -, e che se sapremo ascoltare cosa gli elettori hanno voluto dire alla Lega in Sicilia in queste amministrative, potremo partire con un nuovo grande progetto, in un centrodestra vincente, per una Sicilia finalmente protagonista in Italia ed in Europa”.