Mafia: iI boss Bernardo Provenzano sarà cremato a Milano

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bernardo provenzano

Il boss Bernardo Provenzano sarà cremato a Milano. I suoi familiari hanno chiesto ed ottenuto l’autorizzazione alla restituzione della salma e alla cremazione che avverrà nel capoluogo lombardo dove si è spento.

Una decisione, questa, presa quasi certamente dopo che il questore di Palermo Guido Longo ieri ha disposto il divieto di funerali per il boss Bernardo Provenzano. La decisione è stata presa per motivi di ordine pubblico, come già avvenuto in passato per altri casi analoghi. I familiari del capo mafia Bernardo Provenzano, ha spiegato all’Ansa il questore, potranno accompagnare in forma privata la salma del congiunto nel cimitero di Corleone, ma senza che si svolga la cerimonia funebre in chiesa.

“La mia decisione di vietare i funerali a Bernardo Provenzano è legata alla pubblicizzazione dell’evento, non certo al sacramento. Vietare le esequie in chiesa e il corteo funebre è appunto legato al carattere pubblico della cerimonia, ma nessuno si sogna di impedire un momento di preghiera privato nel cimitero ai familiari”, spegne così sul nascere ogni polemica legata al provvedimento con il quale ha deciso di vietare i funerali “per motivi di ordine pubblico”.

“Una benedizione non ha lo stesso peso di una messa. Dal punto di vista sacramentale la benedizione non è un sacramento, ha un “peso leggero”. Questa scelta credo sia stata fatta in nome della misericordia per affidare l’anima di un defunto a Dio”. Lo dice il vescovo di Acireale monsignor Antonino Raspanti, a proposito della cerimonia religiosa che verrà tenuta per il boss Bernardo Provenzano, morto all’ospedale di Milano. “Non mi sento di prendere una posizione in merito, credo che questa scelta – prosegue – sia un modo per dare un momento di conforto ai familiari e affidare l’anima di questa persona a Dio. Era (Provenzano, ndr) battezzato, era un figlio della Chiesa e la Chiesa lo affida alla misericordia di Dio, non credo ci sia un altro significato”.

Il boss Bernardo Provenzano è morto per cause naturali. E’ il primo responso dell’autopsia sul cadavere di Bernardo Provenzano effettuata all’istituto di piazzale Gorini, a Milano. La famiglia è intenzionata a proseguire il procedimento aperto un paio di anni fa davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo contro lo Stato italiano per la condizione carceraria in cui era ristretto il boss 83enne.

L’autopsia sul corpo di Beranrdo Provenzano era stata richiesta dalla procura di Milano con la supervisione del pm Alessandro Gobbis per fugare alcun dubbio sulle cure ricevute in ospedale. “Per ora si può dire morte naturale, ma il risultato totale dell’autopsia lo avremo tra venti giorni, quando si saprà se e quanto il regime carcerario abbia influito sulle cause del decesso”, spiega a LaPresse l’avvocato di Provenzano, Rosalba Di Gregorio. “Fra venti giorni, appena avremo in mano il responso tecnico dell’autopsia, su incarico dei figli lo porteremo come risultato alla Corte europea dei diritti dell’uomo, dove – spiega l’avvocato Di Gregorio – è in corso da due anni un procedimento contro l’Italia per il trattamento inumano e carcerario a cui il mio assistito è stato sottoposto. I tempi per l’autopsia sono stati veloci e immediati, la procura di Milano è stata solerta e veloce”.