La procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio dei quattro presunti scafisti che erano alla guida del barcone soccorso, ad agosto scorso, dalla nave Diciotti della Guardia Costiera, poi bloccata per giorni nel porto di Catania dal divieto di sbarco dei profughi del ministro dell’Interno Salvini.
Per la vicenda il titolare del Viminale è finito davanti al tribunale dei ministri con l’accusa di sequestro di persona. Ai pm di Palermo, che hanno trasmesso il fascicolo al tribunale dei Ministri, è rimasta la parte dell’inchiesta relativa agli scafisti alla guida dello scafo intercettata dalla Diciotti.
Rischiano il processo gli egiziani Ahmed Shalaby Farid, Ashraf Abnibrahim, Al Jezar Mahammed Ezet e il bengalese Shahalom Mohammod, accusati di associazione a delinquere finalizzata alla tratta degli esseri umani, violenza sessuale, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Farebbero parte di una organizzazione criminale che gestisce i viaggi dalla Libia alla Sicilia: i migranti venivano tenuti prigionieri nel Paese africano, torturati e vessati prima di partire per l’Italia su imbarcazioni fatiscenti.(ANSA).