Migranti, Orlando invita la nave Alan Kurdi ad approdare in Sicilia, replica Varchi (FdI)

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Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha avuto un colloquio telefonico con il rappresentante della organizzazione umanitaria Sea Eye in Italia al quale ha rivolto un invito a fare entrare la nave Alan Kurdi nelle acque italiane verso uno dei tanti porti sicuri della Sicilia. “Avete salvato vite – ha detto Orlando – e state onorando il comandamento morale di restare umani di fronte all’indifferenza e alla cultura egoista di tanti governi”.

Orlando ha invitato i rappresentanti della Ong ad “aver fiducia nella Costituzione italiana e nella Giustizia italiana a garanzia dei diritti umani e di chi salva vite umane. Non attendete i tempi di una diplomazia mossa da interessi elettorali di bassa Lega – ha concluso Orlando – perché la vita umana non può essere soggetta né seconda ad interessi di nessuna parte”.

“Il sindaco Leoluca Orlando si occupi di Palermo abbandonata a se stessa, dei rifiuti i cui cumuli, sia in centro che in periferia, continuiamo da palermitani a sopportare e del suo malgoverno, invece di atteggiarsi un giorno a ministro dell’Interno e un altro giorno a ministro degli Esteri invitando il rappresentante della organizzazione umanitaria ‘Sea Eye’ a dirigere la nave Alan Kurdi verso “uno dei porti sicuri siciliani”. Lo afferma la deputata nazionale di Fratelli d’Italia, Carolina Varchi.

“Francamente – aggiunge – il comportamento di Orlando più che sopra le righe appare sempre più velleitario in quanto non si comprende qual è il suo ruolo oltre quello di sindaco. I porti siciliani sono sicuri e non risulta siano chiusi, tanto che a Lampedusa alcuni giorni fa è approdata una barca, ma l’Italia da sola non ce la può fare ad accogliere tutti i migranti, provenienti dalla Libia, che le ong recuperano in mare. Da tempo la posizione di Fratelli d’Italia – conclude Carolina Varchi – è quella del blocco navale davanti alla Libia, questo chiediamo e questo continueremo a sostenere tanto più dopo il deflagrare della crisi libica”.