Non si fermano le indagini sulla morte dell’agente Agostino e della moglie Ida Castelluccio. Lo ha deciso un’udienza lampo davanti al Gip di Palermo nel corso della quale la Procura generale ha formalizzato l’avocazione dell’indagine sull’omicidio del poliziotto e della moglie.
“Sono contento. Speriamo che sia un nuovo inizio, ma con un finale diverso”, ha detto al termine dell’udienza il padre Vincenzo Agostino, con la sua lunga barba bianca che non si taglierà finché non avrà giustizia e verità.
Nino era un agente della polizia e fu ucciso, assieme alla moglie, il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini. La Procura di Palermo aveva chiesto l’archiviazione per i boss Nino Madonia, Gaetano Scotto e per Giovanni Aiello, ex poliziotto con un trascorso nei servizi segreti, detto “Faccia da mostro”. Proprio “Faccia da mostro” fu riconosciuto da Agostino nel corso di un drammatico confronto all’americana svoltosi nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo.
Contro la richiesta di archiviazione si è opposta la famiglia Agostino – rappresentata dall’avvocato Fabio Repici – e la Procura generale ha deciso di avocare l’inchiesta. Una scelta oggi manifestata dal sostituto procuratore generale Domenico Gozzo dinanzi al Gip Gabriella Natale che ha disposto la trasmissione del fascicolo per consentire alla Procura generale di continuare le indagini.