Orlando prende le distanze dal Centrosinistra palermitano e il Pd va in tilt. Sembra allontanarsi l’ipotesi di un accordo tra i renziani e il sindaco uscente dopo le parole dello stesso primo cittadino, al teatro Golden domenica scorsa, che ha ribadito: “Il mio partito era ed è Palermo e se qualcuno ha altre idee non si avvicini nemmeno”.
Tra i democratici e il professore resta un solco, non soltanto per il “no” al simbolo del Pd nelle liste, ma anche per la chiusura verso Ncd, alleato del governatore Rosario Crocetta alla Regione e dei renziani a Roma. Il segretario provinciale del Pd, Carmelo Miceli, ha convocato, per sabato prossimo, la direzione provinciale. I democratici proveranno a fare il punto sulla situazione e su una campagna elettorale che al momento resta nel pantano. Dal vertice non dovrebbero uscire nomi nuovi di possibili candidati allo scranno più alto di Sala delle Lapidi, ma neppure il semaforo verde all’accordo con Orlando, che nelle scorse settimane sembrava aver ottenuto il via libera del numero due del partito, Lorenzo Guerini.
Leoluca Orlando era volato a Roma insieme al suo braccio destro, il presidente della Gesap, Fabio Giambrone e aveva incontrato Guerini. Insieme avevano discusso del sistema delle Autonomie locali, tracciando la rotta di un percorso comune. Insomma prove di dialogo, l’avvio di un ragionamento, avevano spiegato i bene informati, che ora pare di nuovo inceppato.
“Orlando teorizza un modello alternativo a quello che noi abbiamo portato avanti a livello regionale – spiegano fonti autorevoli del Pd -. Non vuole un’alleanza politica organica con noi. Con queste premesse l’ipotesi di un accordo si allontana. Non vedo molto margine per l’intesa”.
Perché adesso in ballo non c’è più solo il simbolo dei democratici, ma anche l’intesa con gli alleati, quel Ncd che a Roma come a Palermo appoggia il governo democratico. “Non non smontiamo la coalizione” spiegano dal Pd. Un nuovo ostacolo in vista di un’intesa tra il professore e i democratici, che appare di nuovo in salita.