Palermo, Gelarda (Lega): “In alcuni quartieri illuminazione dell’era Ciancimino”

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“A Palermo, in alcuni quartieri, la luce arriva ancora grazie ai vecchi impianti di illuminazione pubblica dell’era di Vito Ciancimino, famigerato assessore ai lavori pubblici, con sindaco Salvo Lima, negli anni Sessanta. Quasi la metà di quelli in funzione sono stati realizzati tra gli anni ’60 e gli anni ’80. Addirittura fino a pochi anni fa sopravvivevano ancora impianti degli anni ’50”. Lo denuncia Igor Gelarda, capogruppo della Lega in consiglio comunale.

“Gli impianti più vecchi, ormai si tratta di roba da archeologia industriale, risalenti a oltre 50 anni fa – aggiunge Igor Gelarda – si trovano all’ Arenella, a Mondello, ma anche in alcune strade nella zona del Policlinico e dell’ospedale Civico. A Palermo esistono ancora cabine della pubblica illuminazione che per funzionare hanno bisogno di bobine ormai fuori produzione da 30 anni e che quando si guastano devono essere mandate a Reggio Emilia per la rigenerazione, con tempi lunghissimi e risultati incerti”, spiega Gelarda che illustra il quadro della situazione dopo aver ricevuto risposta ad una interrogazione presentata all’amministrazione comunale.

“Nessuna responsabilità ha Amg che gestisce gli impianti – sottolinea Igor Gelarda-. A occuparsi di ammodernare e a fare i lavori, dovrebbe essere il proprietario degli impianti, cioè il comune di Palermo. Abbiamo intere strade senza luce o con illuminazione insufficiente. Con l’aggravante che in moltissimi casi la mancata potatura degli alberi copre le luci su strada esistenti”. La colpa, secondo il capogruppo della Lega, sarebbe del sindaco. “E’ il frutto di 40 anni di gestione Orlando – sottolinea -. I punti luce a Palermo sono pochi in senso assoluto, 46 mila punti luce tanti quanti ne ha Bologna, con metà degli abitanti e una territorio meno esteso del  20%. Negli ultimi 10 anni, invece, sono stati collocati appena 5 mila punti luce, quasi tutti collegati alla nascita del tram. Inoltre circa un migliaio di pali ammalorati, e a rischio caduta, sono stati rimossi negli ultimi quattro anni, la stragrande maggioranza dei quali senza essere mai stati rimpiazzati per mancanza di fondi”, conclude Igor Gelarda.