Dal oltre un anno è stato impegnato e attivissimo nel Movimento 5 Stelle, ha lavorato per portare voti ai grillini sia in occasione delle elezioni amministrative di Palermo dell’anno scorso, a sostegno del candidato Ugo Forello, che per le elezioni regionali di due mesi fa. Poi si è deciso a partecipare alle Parlamentarie ed ecco che per il giornalista Alberto Samonà, 48 anni il prossimo maggio, è arrivata l’epurazione, la scomunica a mezzo delazione.
Non candidabile perché in passato ha collaborato con quello che è stato presidente della commissione regionale antimafia, Nello Musumeci, oggi presidente della Regione. Nessuna risposta ufficiale, soltanto le dritte dello staff a chi di dovere per segnalare il passato professionale e personale di Alberto Samonà, che nell’ambiente giornalistico è considerato persona seria, professionale e corretta.
Giustamente Albero Samonà a questo gioco non ci è stato ed ecco allora che ha deciso di prendere le distanze dal Movimento 5 Stelle con una fotografia che la dice tutta ed accompagna il tetso che di seguito riportiamo.
“Come è noto – scrive Alberto Samonà sul social – sono stato escluso dalle liste del movimento 5 stelle per le elezioni politiche del 4 marzo, nonostante fossi arrivato terzo alle parlamentarie su oltre 350 aspiranti candidati per la Sicilia Occidentale (poi retrocesso quarto per assecondare le quote di genere). Il passo successivo è stato la mia cancellazione dall’elenco dei candidati. Inutile dire che non mi è stata fornita alcuna spiegazione da un fantomatico staff, che ha escluso dalla candidatura un sacco di persone, anche in questi casi senza motivarne le ragioni (giusto per fare qualche esempio, Daniela Morfino, Maurizio Oddo, Settimo Miranda, Vitaliano Catanese, Luigi Scarpello, Francesco Marchese, Tiziana Di Pasquale, Andrea Volpe, Salvatore Gallo, Monica Modica e mi scuseranno tutti gli altri che non sto citando).
“Pare che per la mia esclusione – aggiunge Alberto Samonà – abbia pesato il fatto che in passato sia stato vicino all’allora presidente della Commissione parlamentare antimafia Nello Musumeci. Circostanza, peraltro, da me mai negata e assolutamente pubblica.
E così, il Movimento 5 Stelle ha deciso che non son degno di essere candidato e di rappresentarlo. Come ovvia conseguenza, debbo ritenere, a questo punto, che non son degno neppure di restare fra i suoi iscritti e sostenitori, altrimenti prevarrebbero l’ipocrisia e la doppia morale (Come fai a sostenere chi non ti vuole?). Ne prendo atto serenamente, come immagino faranno molti fra quelli (e sono tantissimi) che mi hanno incoraggiato in questa sfida e il 4 marzo avrebbero voluto votare il M5S.
“Comunque, al di là del mio caso personale – prosegue Alberto Samonà – il dato è che per “scremare” ci si è serviti delle cosiddette “segnalazioni allo staff”, cioè la delazione, adoperata come modalità di selezione ed esclusione delle candidature. Di fatto, un metodo unilaterale e senza possibilità di appello che ricorda pratiche molto in voga in certe odiose dittature. Mi spiace, perché all’interno di questo movimento ho conosciuto tante persone perbene, attivisti vecchi e nuovi, che credono in un sincero sogno di cambiamento del Paese e conosciuto dei veri amici che resteranno nella mia vita. Viva la vera Politica, che è nobiltà d’animo e di azione”, conclude Alberto Samonà.