Il ponte sullo Stretto di Messina torna al centro del dibattito politico. Per la Sicilia ci vuole un piano di infrastrutture e il Ponte sullo Stretto è la prima cosa da fare. Lo ha affermato Silvio Berlusconi intervistato da TeleLombardia.
“Serve un grande piano per il Sud, soprattutto per le infrastrutture – ha detto Silvio Berlusconi – sono stato in Sicilia e ho trovato un disastro, è una regione in agonia. Ci vuole un piano Marshall apposta per la Sicilia. Il Ponte sullo Stretto è la prima cosa da fare. Fosse per noi l’avevamo già fatto. Quando è arrivata la sinistra al Governo, con il ministro Di Pietro, per non fare in modo che passasse alla storia come il Ponte di Silvio, hanno pagato un mare di penali alle imprese con cui avevamo fatto gli appalti”.
“Si può dire tutto di Berlusconi, non che sia stupido. Se parla ancora di Ponte sullo stretto è per una ragione precisa: lancia un messaggio alle mafie”. Lo scrive Alessandro Di Battista su Fb dove sostiene che con la sua proposta il Cavaliere “si rivolge a Cosa Nostra, quella stessa Cosa Nostra che per anni ha pagato grazie all’intermediazione di Dell’Utri”. Il 9 febbraio, annuncia, “farò un comizio ad Arcore. Mi piacerebbe proiettare alcuni pezzi della sentenza di condanna di Dell’Utri proprio sulle pareti di casa sua”.
“Ogni volta che a ridosso delle elezioni leggo che in Sicilia si parla di costruire il Ponte sullo Stretto di Messina mi chiedo se si sono accorti che non abbiamo né buone strade né tanto meno ferrovie – dice il senatore di Mdp Francesco Campanella -. E mi viene in mente che: Palermo è senz’acqua, la strada che collega Palermo ad Agrigento è impraticabile e pericolosa, Messina prende l’acqua in provincia di Catania, Enna ha la rete viaria che sembra un percorso off road, sulla statale 115 meridionale sicula contano gli incidenti mortali e quando piove il fango arriva in strada; il porto di Licata e quello di Tremestieri combattono contro la sabbia e le autostrade siciliane sono una tragedia. Delle ferrovie non si parli per carità di patria”.
“Tornano le elezioni e torna la passione della classe dirigente di questo Paese, da Berlusconi a Renzi, per il ponte sullo Stretto. Vorrei ricordare a Berlusconi, l’ultimo in ordine di tempo che ha rispolverato il Ponte sullo Stretto, che quell’opera mai iniziata è già costata ai contribuenti italiani quasi un miliardo di euro”. Lo afferma Erasmo Palazzotto, candidato a Palermo per Liberi e Uguali. “Il tutto senza nemmeno la posa di una pietra. Il ponte è un’opera pubblica buona solo per le clientele e per gli affari delle mafie e assolutamente inutile per lo sviluppo del Paese. In Sicilia grazie alle politiche fallimentari del centrodestra e del Pd in questo momento siamo in piena crisi idrica, è iniziato anche il razionamento dell’acqua e questi signori hanno il coraggio di parlare di ponte sullo Stretto. Si parta dai problemi che ci sono senza pensare a opere inutili”, conclude Palazzotto.