Matteo Renzi a Palermo perché sa che la Sicilia può fare la differenza. Ma dai sondaggi riservati il premier sa pure che proprio l’Isola è uno dei capisaldi del fronte del “No”. E così l’ultimo giorno utile per la campagna elettorale referendaria è l’occasione giusta per un blitz nel Capoluogo. In un teatro Politeama riempito di buon mattino da sindacalisti e agricoltori, Renzi prova a caricare le truppe piddine.
“La Sicilia è decisiva” per la vittoria del Sì “perché è sempre stata anticipatrice dei temi politici a livello nazionale. All’inizio il ‘No’ era in vantaggio ma da quando abbiamo cominciato a spiegare la riforma nel merito io sento che il clima è cambiato, che il vento è diverso” – ha provato a rincuorare la platea Renzi.
“Io posso anche lasciare il partito… ovviamente è una battuta… – ha provato a scherzare – ma è ovvio che ci saranno ripercussioni sul voto. Andiamo a recuperare gli indecisi. Sono convinto che la Sicilia sarà una vera sorpresa domenica. In 48 ore può succedere di tutto. Vi chiedo una mano”.
Poi un attacco agli avversari schierati sul fronte del “No”. ”C’è una bufala che mi fa particolarmente arrabbiare quando dicono che c’è il potere autoritario e la dittatura. Ho chiesto a Zagrebelsky mi dici dov’è l’articolo della Costituzione che cambia i poteri del premier? E lui mi ha portato un articolo scritto per Repubblica, che è interessante ma ancora non è la Costituzione” – ha concluso Renzi.
Fuori intanto, l’occasione dell’ennesima venuta di Renzi a Palermo è stata colta al balzo dagli attivisti del centro sociale ex Carcere. La tensione è salita quando una cinquantina di militanti della sinistra extraparlamentare che manifestavano con un corteo in via Ruggero Settimo è venuta in contatto con le forze dell’ordine.
A poca distanza dal cordone dei carabinieri, il premier stava per iniziare il suo comizio all’interno del teatro Politeama. I militanti dei centri sociali mostravano uno striscione con la scritta “Cacciamo Renzi” e cartelli con slogan come “Diciamo No a Renzi” e “Via Renzi dalla Sicilia”. I tafferugli sono scoppiati quando i militanti del centro sociale occupato ex Carcere hanno provato a forzare per due volte il cordone di polizia e carabinieri.
Le forze dell’ordine a questo punto hanno bloccato i manifestanti. Uno di loro è stato fermato e portato in questura per essere identificato. Un carabiniere, invece, è rimasto contuso da un pugno sferratogli durante i tafferugli. Il corteo era partito da piazza Verdi, durante la manifestazione è stato anche bruciato un manichino con l’immagine del premier. (Foto Askanews)