Stanno facendo rotta verso casa i due pescherecci mazaresi sequestrati in Egitto. A comunicare la notizia è il presidente del distretto della Pesca di Mazara del Vallo, Giovanni Tumbiolo, e i due armatori del “Giulia Pg” e “Ghibli I”, Domenico Asaro e Luciano Giacalone.
Fine di un incubo per i familiari dei marittimi coinvolti nel sequestro che a breve potranno riabbracciare i loro congiunti. “Tutta la filiera istituzionale – sottolineano – si è mobilitata: il ministero degli Affari Esteri, la Regione siciliana, il Comando Generale delle Capitanerie di Porto, e le autorità politiche, diplomatiche e militari. Questa è la prova che quando ci si muove in armonia, e con compattezza, anche le situazioni più critiche si risolvono in tempi brevi e nel migliore dei modi”.
Al governo e alla Regione chiedono, però, di avviare tutti gli strumenti di cooperazione internazionale “al fine di limitare gli enormi danni economici, e non solo, che la comunità peschereccia siciliana, ed in particolare mazarese, paga da troppi anni”. I pescherecci mazaresi, interessati da altri sequestri anche nel recente passato, sono stati peraltro protagonisti di innumerevoli salvataggi di migranti nel Canale di Sicilia.
I due pescherecci si trovavano al largo tra le 26 e le 28 miglia dalle coste egiziane, in acque internazionali, secondo quanto sottolineato sin da subito dal distretto della Pesca di Mazara. Il tracciato e le carte nautiche confermavano come quella zona del Mediterraneo non fosse sottoposta ad autorizzazioni o restrizioni. La motovedetta li aveva fermati e condotti, con gli equipaggi composti da 14 marinai, otto italiani e sei tunisini, ad Alessandria d’Egitto, e successivamente negli uffici della Marina militare per un controllo documentale.
Successivamente, insieme ai comandanti Michele Gennaro e Faro Li Cavoli, sono stati riaccompagnato in banchina. “Tutta la nostra documentazione – riferisce l’armatore Asaro – era risultata in regola”. L’ambasciata italiana al Cairo ha seguito il caso sin da subito con un proprio rappresentante giunto ad Alessandria. Già nel 2011 “Ghibli I”, assieme ad altri quattro motopesca, è stato fermato in acque egiziane e rilasciato dopo tre giorni trascorsi ad Alessandria d’Egitto; il “Giulia Pg” nel 2012 è stato bloccato per oltre un mese dai miliziani di Bengasi in Libia.
Il 20 ottobre si è registrato il tentato sequestro di due pescherecci in acque tunisine e la scorsa settimana un altro peschereccio mazarese, il “Grecale”, è stato fermato in acque internazionali per dei controlli dalla Guardia costiera egiziana, venendo rilasciato poche ore dopo.
“Ancora una volta la marineria siciliana paga lo scotto di incomprensioni sul piano del diritto internazionale del mare”, dice l’assessore siciliano Cracolici, “i rapporti diplomatici fra l’Italia e l’Egitto sono buoni, quelli politici fra la Sicilia e le autorità della Pesca dell’Egitto sono ottimi. Ho incontrato l’autorithy della Pesca Nabila El Nagby dell’Egitto un mese fa a Mazara del Vallo, in un clima di cordialità e con un forte desiderio di rilanciare l’attività di cooperazione nell’ambito della pesca. Occorre continuare su questa linea”.