Rotto il muro di omertà a Borgo Vecchio, i carabinieri smantellano clan mafioso

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Gli uomini del clan di Borgo Vecchio imponevano il pizzo anche sulla festa di quartiere e gestivano persino gli ultras rosanero allo stadio. In 20 sono finiti nella rete de carabinieri di Palermo che questa mattina hanno fatto scattare l’operazione Resilienza.

Il blitz è stato possibile, ed è questa la notizia più importante, grazie alla collaborazione alle indagini di alcuni imprenditori taglieggiati dai malviventi.

“Si tratta del mandamento di Porta Nuova, nel pieno centro della città. Un’attività classica di controllo mafioso del territorio che vanno dalle estorsioni al traffico di stupefacenti, al sostegno delle persone detenute” – ha commentato Arturo Guarino, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo.

L’operazione Resilienza, dicevamo, è scattata grazie alle denunce di chi subiva le minacce. In 13 casi sulle 22 attività estorsive ricostruite, 6 consumate e 16 tentate. “Vogliamo ringraziare gli imprenditori che si sono fidati di noi. Molti sono venuti spontaneamente a denunciare i fatti. Ci hanno messo la faccia e noi li abbiamo tutelati. Questo è il messaggio che vogliamo dare alla città di Palermo: basta al pizzo. Noi siamo al fianco di chi denuncia”, ha aggiunto il generale Guarino.

L’indagine, coordinata da un gruppo di sostituti diretti dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, ha stretto il cerchio attorno alla famiglia di Borgo Vecchio, clan di cosa nostra, rimasta attiva dopo l’ultima operazione del novembre 2017.

Il nuovo “padrino” del clan è stato identificato in Angelo Monti, 54 anni, il quale “si è reso protagonista della riorganizzazione degli assetti della articolazione mafiosa, affidando posizioni direttive ai suoi uomini di fiducia”. Grazie anche a pedinamenti e servizi di osservazione, è stata smantellato “l’intero organigramma della famiglia mafiosa”. Scoperta anche l’attività di assistenza economica verso le famiglie degli affiliati detenuti e dei diversi metodi illeciti di finanziamento come estorsioni, traffico di droga e reati contro il patrimonio.

Clamoroso anche l’aspetto che lega il clan del Borgo Vecchio ad un omonimo gruppo di ultras presente allo stadio “Renzo Barbera”. Le indagini, infatti, hanno poi delineato “un significativo quadro di rapporti fra le tifoserie calcistiche palermitane e cosa nostra. In merito – hanno specificato i carabinieri – non è emerso alcun coinvolgimento della società che gestisce la squadra di calcio del Palermo”. Anche se dal punto di vista strettamente territoriale, lo stadio ricade nel territorio di confine fra i mandamenti mafiosi cittadini di Resuttana e San Lorenzo-Tommaso Natale, i vertici della famiglia mafiosa di Borgo Vecchio, secondo gli inquirenti, hanno mostrato “un pressante interesse affinché i contrasti fra gruppi ultras organizzati del Palermo fossero regolati secondo le loro direttive, evitando spiacevoli scontri fra ultras” allo stadio.

Pizzo sul commercio, gestione dei gruppi ultras, ma anche ingerenza nella festa del quartiere, le celebrazioni in onore della patrona del quartiere, Madre Sant’Anna, previste dal 21 al 28 luglio del 2019. Secondo le indagini, le serate canore, animate da alcuni cantanti neomelodici, venivano organizzate da un comitato che, di fatto, era controllato dalla mafia. Il clan, infatti, sceglieva e ingaggiava i cantanti e, attraverso le cosiddette “riffe” settimanali, raccoglievano le somme di denaro tra i commercianti del quartiere. Queste somme venivano impiegate, oltre che per l’organizzazione della festa e l’ingaggio dei cantanti, anche per rimpinguare la cassa della famiglia mafiosa. Ma anche per il sostentamento dei carcerati e per la gestione di altri traffici illeciti.

Per il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci oggi ci sono “due buone notizie, di quelle che rendono migliore la nostra terra: da un lato il coraggio dei commercianti che hanno infranto il muro dell’omertà, dall’altro la brillante operazione dei carabinieri che ha colpito il clan di estorsori. A loro sento di rivolgere, a nome di tutti i siciliani, un sentimento di profonda gratitudine”.