“Acchianata per Santa Rosalia”, si legge così nelle luminarie poste all’ingresso dell’Itenerarium Rosaliae, nella rotatoria in cui confluiscono via Martin Luter King, via Isaac Rabin e via Ammiraglio Nicastro.
Archiviato il Festino di metà luglio, già dalla notte tra il 3 ed il 4 settembre, i palermitani si danno appuntamento per commemorare la propria Patrona: Rosalia Sinibaldi, che liberò la città dalla peste e che visse poco più di trentacinque anni. Diventata poi Santa Rosalia.
In migliaia, nel corso di tutto il mese di settembre, si ritroveranno alle falde di Monte Pellegrino, per percorrere le 32 o 33 “Fuie”, ovvero i versanti che giungono fino alla grotta della Santuzza. Un numero non ben precisato ma che tiene viva l’attenzione di tutti coloro i quali hanno iniziato il cammino. Sono proprio in tanti a rispettare il rito di devozione percorrendo tutto il tragitto a piedi nudi, oppure in ginocchio. I più temerari lo percorrono trascinando i passeggini non solo con i bambini dentro, ma anche con borse piene di cibarie.
Tra le luci bianche e fredde dei cellulari, utilizzate come torce, si scorgono anche quelle più piccole e calde delle candele dei fedeli, che alternano le giaculatorie ai canti religiosi. E poi, le numerose bancarelle vissute come punto di ristoro per coloro in quali hanno bisogno di respirare. Inebriante, poi, l’odore di “zucchero filato”.
Tutta la fatica e i crampi dell’acchianata terminano quando si è giunti alla meta: è in quel momento che la piazza prende vita. Una volta terminata la rampa di scale, coadiuvati dai Carabinieri e dalla Protezione Civile, nel Santuario ci si entra pochi alla volta, perché l’affluenza di devoti è altissima: i fedeli si radunano a piedi, ma anche in moto e in bicicletta. Odore di rose e di fede. Lumini accesi per ricordare le promesse e chiedere nuove “grazie”. Per rinnovare ogni anno l’amore per Santa Rosalia.
I riti dureranno per tutto il mese. Martedì 4 alle 10.30 4 settembre, la Santa Messa verrà officiata dall’Arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice.