Confermato l’ergastolo per l’assassino di Carmela Petrucci. La prima sezione della Cassazione ha rigettato il ricorso di Samuele Caruso: il giovane dunque sconterà il carcere a vita per avere ucciso la 17enne e ferito gravemente la sorella di lei, Lucia, di 18 anni.
L’aggressione avvenne nell’androne di casa delle due ragazze, il 19 ottobre 2012. Caruso voleva punire la sua ex fidanzatina, Lucia Petrucci, che l’aveva lasciato, e le attese al ritorno dalla scuola.
L’ergastolo era stato inflitto il 17 luglio 2015 dalla prima sezione della Corte d’assise d’Appello di Palermo che aveva confermato la condanna in primo grado. Nell’ultima udienza dell’anno scorso per la prima volta in due anni e mezzo Samuele Caruso, reo confesso, si era rivolto ai familiari delle sue vittime e aveva chiesto perdono. “Non l’ho fatto finora per mancanza di coraggio. Ho commesso un gesto orribile, mi dispiace. Ho tanto pregato per me e per i Petrucci. Chiedo scusa in particolare a Lucia. Mi dispiace”, aveva detto, parlando dalla gabbia subito prima che i giudici si ritirassero per emettere la sentenza, che è arrivata dopo quasi sei ore di camera di consiglio.
Il delitto avvenne il 19 ottobre 2012, nell’androne del palazzo delle due ragazze, in via Uditore, a Palermo: Caruso le attese nascosto dietro le scale, le aggredì, uccise con due coltellate Carmela Petrucci e poi iniziò a colpire Lucia, all’epoca appena 18enne e con la quale aveva avuto un flirt da ragazzini. La giovane fu salvata dal coraggio di una vicina, che gridando riuscì a far scappare l’assassino, arrestato poche ore dopo dalla polizia.
Il ricorso dell’avvocato Anna Pellegrino è stato rigettato, anche se il legale dell’imputato aveva chiesto di rivedere gli aspetti relativi a possibili vizi logici e giuridici della sentenza di appello. La pena per Samuele Caruso, 27 anni, è stata dunque resa definitiva e il giovane non uscirà mai più dal carcere.
Il femminicidio, che per pochissimo non fu doppio, aveva come principale obiettivo Lucia Petrucci. La ragazzina aveva avuto un flirt – poi finito – con l’imputato. Lui aveva manifestato sempre la propria gelosia e avrebbe deciso di uccidere la sua ex: l’aveva così attesa nell’androne di casa, nel quartiere palermitano dell’Uditore, e non si era fermato nemmeno di fronte alla presenza della sorella della vittima designata. Secondo i giudici, anzi, decise di assassinare entrambe, per non avere testimoni. Colpì per prima Carmela Petrucci, con due soli fendenti, sferrati con un coltello che aveva comprato apposta e, mentre la diciassettenne agonizzava, aggredì la sorella, colpendola a sua volta ma non riuscendo a ucciderla. Lucia venne infatti salvata dalla vicina, che accorse urlando e disorientando l’assassino. Lui, che nel colpire si era ferito, scappò, arrivò fino a Bagheria e poi venne catturato. Ora il verdetto definitivo.