Palermo, il questore Guido Longo: “Rapine in crescita, in calo gli altri reati”

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I reati a Palermo sono in calo, con la sola eccezione delle rapine. Lo certificano i dati diffusi dalla Questura del capoluogo siciliano a consuntivo del 2016. Mentre le rapine segnano una crescita del 13,1 per cento, tutte le altre fattispecie delittuose registrano il segno meno, in alcuni casi con percentuali sopra il 50 per cento.

Prendendo in considerazione il periodo che va dall’1 gennaio al 30 novembre, su base annua gli omicidi sono scesi da 8 a 3 (-62,5%), le violenze sessuali da 25 a 6 (-76%), le truffe da 479 a 137 (-71,3%). E ancora, gli scippi da 378 a 247 (-34,6%), le estorsioni da 13 a 11 (-15,3%), i danneggiamenti da 887 a 607 (-31,5), i reati legati agli stupefacenti da 48 a 25 (-47,9%).

Capitolo a parte per i furti, anch’essi in diminuzione ma ancora con numeri vicini o superiori al migliaio: i borseggi sono calati da 1.464 a 1.419 (-3%), i furti in abitazione da 1.359 a 994 (-26,8%), i furti negli esercizi commerciali da 752 a 541 (-28%), i furti di auto da 1.550 a 1.297 (-16,3%). Il totale del 2016 parla di 7.610 furti (di tutti i tipi), contro i 9.876 furti dello stesso periodo del 2015: un calo del 22,9 per cento. E’ il bilancio di fine anno tracciato dal questore di Palermo Guido Longo che ha incontrato la stampa.

Poi un passaggio il questore lo ha fatto sul fenomeno tutto Meridionale dei parcheggiatori. “I posteggiatori abusivi – ha detto Longo – esistono perché ci sono i cittadini che li pagano. Noi possiamo anche contravvenzionarli, ma tanto sono tutti nullatenenti e non pagano. Devono essere i cittadini a chiamare il 113 quando il posteggiatore chiede i soldi. Se i cittadini si rifiutassero di pagare e chiamassero la polizia, sarebbe diverso – ha aggiunto -. Se si diffondesse l’abitudine dei cittadini di chiamare la Polizia invece di pagare, i posteggiatori abusivi sparirebbero”.

L’operazione “Black Axe”, che ha sgominato una banda di mafiosi nigeriani, “è stata tra le più importanti operazioni compiute dalla Questura di Palermo nel 2016”. Lo ha detto il Questore di Palermo, Guido Longo. “Quella dei nigeriani – ha affermato Longo – è una organizzazione strutturata con precise regole, che si basa sulla rigida osservanza delle regole con punizioni assolutamente feroci in caso di inosservanza e con attività delinquenziali che sono quelle delle organizzazioni mafiose, reati odiosi. Quello che ha colpito tutti sono stati i metodi violenti”. L’organizzazione era dedita al traffico di esseri umani ed alla commissione di gravi delitti contro la vita, l’incolumità individuale, la libertà personale ed il patrimonio, “che era riuscita ad acquisire la gestione ed il controllo di redditizie attività economiche (dall’illecita riscossione di crediti allo sfruttamento ed al controllo della prostituzione e del traffico di stupefacenti)”. I fermati, nel corso dell’operazione, sono stati 17. “Abbiamo reciso l’organizzaizone”, ha detto Longo.

“E’ inevitabile che anche a Palermo siano state adottate maggiori misure di sicurezza anti terrorismo. L’allerta generale era scattata anche prima dell’attentato di Berlino. Abbiamo aumentato le attenzioni ai luoghi di aggregazione come i teatri e studiato strategie diverse sulla scorta dei fatti successi a Nizza. Anzi, l’allerta dai fatti di Nizza non è mai scesa”, ha assicurato il questore di Palermo Guido Longo. Alla domanda se l’attentatore di Berlino Amri volesse venire in Sicilia, il questore ha spiegato di “non saperlo, è stato preso a Sesto San Giovanni proveniente dalla Francia in treno. Cosa volesse fare dopo lo sapeva solo lui”.

“Il 2016 è stato caratterizzato da continui sbarchi e tutte le forze dell’ordine sono state impegnate in maniera massiccia sul palcoscenico dell’accoglienza, sia sul piano dell’ordine pubblico nella gestione degli sbarchi ma anche sulla tratta degli esseri umani. Abbiamo arrestato una sessantina di scafisti mentre arrestare gli organizzatori è un po’ più difficile perché si muovono in tutto il mondo. Non mi stancherò mai di ripetere che ovviamente Palermo e la Sicilia sono terra di accoglienza che è il nostro biglietto da visita. Lo facciamo e continueremo”, ha proseguito Longo.

“Bisogna sforzarsi un po’ di più per l’accoglienza di questi poveretti – ha continuato -, e deve farlo soprattutto l’Europa, per far integrare queste persone. Perché creare sacche di emarginazione e ghettizzazione significa favorire il terrorismo come dimostrano i casi purtroppo riscontrati in Francia, Belgio o Germania. In molti casi i terroristi non erano appena arrivati ma di seconda o terza generazione. Solo favorendo l’integrazione si combatte questo fenomeno, che altrimenti è difficile da prevenire. Penso al web: quello che si snoda attraverso il web è difficile da controllare”.

Infine un passaggio sul superboss latitante da anni Matteo Messina Denaro. “E’ l’ultimo latitante da catturare di quella generazione che sconquassò l’Italia. E’ su di lui che si concentra l’attenzione. E certo non fa nulla per essere esibizionista. Potrebbe non essere più vivo? Finché non lo catturiamo o non accertiamo che sia morto non possiamo saperlo”, ha detto il questore di Palermo Guido Longo. (Italpress/Adnkronos)