La quinta sezione del tribunale di Palermo ha condannato nove persone, fra medici e titolari di cliniche private, per i dirottamenti di pazienti dagli ospedali alle case di cura. Quattro gli assolti. E’ caduta la tesi dei rimborsi pagati due volte o a piu’ riprese e dunque di una maxitruffa al servizio sanitario nazionale e regionale. Coinvolte tre cliniche, imputate come persone giuridiche: la Latteri e la Noto-Pasqualino sono state ritenute responsabili dei dirottamenti, la Maddalena assolta. Il collegio presieduto da Piero Falcone, a latere Fabrizio Anfuso e Gabriella Natale, ha condannato a 5 anni (pena piu’ alta) Maria Rosaria Valerio, medico del Policlinico, imputata di corruzione; Maria Teresa Latteri, titolare dell’omonima clinica, ha avuto 4 anni, due dipendenti della sua casa di cura, il direttore sanitario Giuseppe Di Lisi e il medico Vincenzo Scaletta, 3 anni e 8 mesi; Giuseppe Antonio Iannello, che lavora a Villa Sofia, ha avuto 4 anni; l’amministratore unico della clinica Pasqualino-Noto, Giovanni Gagliardo Di Carpinello, e l’ex direttore sanitario Giovanni Sparacia 3 anni e 2 mesi; la psicologa Rossana Novelli ha avuto due anni e due mesi, come Salvatore Pastore. Gli assolti sono Guido e Leone Filosto, titolari della casa di cura La Maddalena, il loro direttore sanitario Mauro Bellassai e Luigi Cassata. Assolte tutte e tre le cliniche, Latteri, Noto-Pasqualino e Maddalena, per la vicenda dei rimborsi gonfiati: dunque condannati i titolari delle prime due per i dirottamenti, ma scagionate le societa’, che erano pure imputate. I giudici hanno anche disposto il risarcimento dei danni alle parti civili costituite, la Regione, l’azienda ospedaliera Policlinico, l’azienda Villa Sofia-Cervello, la Azienda sanitaria provinciale di Palermo. Per adesso sono stati liquidati solo i costi delle spese legali, mentre per gli imputati Valerio, Latteri, Di Lisi e Scaletta e’ stato disposto il sequestro per equivalente per 279.800 euro, per Iannello, Sparacia e Gagliardo per 4.131 euro.
Nel processo erano imputati anche altri quattro medici, Gioacchino Taormina, Giuseppe Ducato, Maria Ciriminna, Ignazio Galizia, per i quali il collegio ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura, perche’ il fatto e’ apparso diverso da come era stato contestato. Le assoluzioni degli imputati sono piene, perche’ il fatto non sussiste, e non con la formula che un tempo era dubitativa. Il pm Amelia Luise aveva descritto in requisitoria uno spaccato denso di scambi di favori, di soldi che giravano e di malcostume e aveva chiesto un secolo e mezzo tondo, pene pesantissime per i 17 imputati e per le tre persone giuridiche, che rispondevano di reati compresi fra la truffa, il falso e la corruzione. Agli atti numerose intercettazioni effettuate dai carabinieri del Nas e ritenute molto significative. La Procura aveva ipotizzato un danno da un milione e duecentomila euro: il meccanismo (che la difesa ha contestato con successo) sarebbe stato molto semplice, perche’ le cure per i malati di tumore, tra il 2007 e il 2009, sarebbero state pagate due volte dall’allora Ausl 6. In un primo momento veniva infatti chiesto il rimborso per i ricoveri (che avrebbero dovuto includere gli esami specialistici) e successivamente un ulteriore compenso per gli accertamenti diagnostici, che venivano effettuati in laboratori collegati alle cliniche o in altre strutture esterne. La Maddalena avrebbe incassato indebitamente, cosi’, un milione di euro, la Latteri 145 mila euro e la Pasqualino Noto 52 mila euro. Il pm aveva chiesto 12 anni per Guido Filosto, patron della Maddalena, per Leone Filosto, presidente e consigliere delegato del cda, e per il direttore sanitario Mauro Bellassai. La pena piu’ alta, 15 anni, era stata proposta per Maria Teresa Latteri. Per il dirottamento di malati dall’Oncologia del Policlinico sono stati chiesti 4 anni e 6 mesi per Scaletta e 12 per la Valerio, accusata anche di truffa e corruzione. Secondo la difesa gli accertamenti diagnostici erano successivi rispetto alle degenze e venivano pagati a parte perche’ non compresi in quei rimborsi.