“Via i crocifissi e niente preghierine”, religione vietata al Ragusa Moleti con polemiche

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Religione censurata alla scuola Ragusa Moleti di Palermo dove l’autorità scolastica ha vietato la preghiera in classe. La sconcertante decisione ha lasciato interdetti i genitori degli alunni che frequentano la scuola.

“Papà, lo sai? Oggi la maestra non mi ha fatto dire la preghierina prima della merenda” – ha detto una bimba all’uscita dalla scuola frequentata da bimbi che vanno dai 3 ai 10 anni. A quanto sembra la brillante idea è stata del dirigente scolastico Nicolò La Rocca, il quale ha vietato, diramando stamani una circolare agli insegnanti, che vengano recitate preghiere durante l’orario scolastico e anche durante l’ora di religione nell’istituto.

Al suono della campanella, alcuni docenti non parlavano d’altro, tra lo stupore degli ignari genitori che chiedevano informazioni su quanto accaduto ai propri figli. Ma non tutto il corpo insegnante ha apprezzato la bizzarra decisione di La Rocca, anzi. Un docente ha tenuto a precisare che la scelta del dirigente è stata assunta senza che siano stati consultati gli organismi scolastici.

La censura religiosa di La Rocca, peraltro, non si è limitata al “Padre Nostro”. Il dirigente scolastico ha disposto la rimozione di tutte le immagini sacre dal plesso centrale e anche dalle due succursali.

“Mamma, la maestra di religione oggi ci ha detto che non potevamo fare la preghiera” – ha raccontato perplesso, secondo quanto riferisce l’Ansa, un bambino di dieci anni che frequenta la quinta elementare.

“Io voglio essere sempre buono e tollerante con tutti, ma nessuno dice ‘imbecille’ a questo imbecille?”. Lo scrive su Facebook, il portavoce in Sicilia di FdI, Giampiero Cannella, a proposito del divieto impartito dal dirigente della scuola d’infanzia ed elementare Ragusa Moleti, a Palermo, agli insegnanti di far recitare preghiere agli alunni e della decisione di rimuovere le foto del Papa e le immagini sacre.

“Il divieto di pregare per i bambini di una scuola elementare e dell’infanzia di Palermo è un atto censorio grave. Così come l’aver fatto rimuovere dall’istituto una statuetta della Madonna e un immagine di Papa Francesco. Una sbandierata laicità che si sente minacciata da dei bambini che pregano è una laicità ben fragile, disposta a parole a difendere e rispettare tutte le religioni e le culture tranne quella cattolica. Non credo sia questo il modello educativo fatto di divieti oscurantisti e incomprensibili di cui hanno bisogno i nostri figli. Qui non si tratta di usanze, né tanto meno accettiamo i risibili e inappropriati riferimenti nella circolare del dirigente scolastico a pareri dell’Avvocatura dello Stato sulle celebrazioni di atti di culto nella scuola. Qui parliamo della storia che ha fatto il nostro popolo, il nostro tessuto sociale e solidaristico, della nostra identità, quella a cui quei bambini vengono educati in famiglia. Come spiegare a quegli stessi bambini che il Papa che vedono in tv non è più degno di entrare neanche come immagine nella loro scuola? Credo che il ministro Fedeli abbia qualcosa da dire su un’idea così gretta della laicità della scuola”. Lo dichiara in una nota il coordinatore nazionale di Ap Maurizio Lupi.