Entrerà martedì in camera di consiglio la Corte d’Assise di Caltanissetta per emettere la sentenza per il “Capaci bis”, il secondo processo, celebrato con rito ordinario, per la strage in cui morirono Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della polizia Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Alla sbarra Salvatore Madonia, Vittorio Tutino, Giorgio Pizzo, Cosimo Lo Nigro e Lorenzo Tinnirello.
L’accusa per i cinque imputati ha chiesto la condanna all’ergastolo. Importante, in ordine alla ricostruzione delle responsabilita’ degli imputati riguardo alle fasi organizzative e di reperimento dell’esplosivo, certamente il ruolo assegnato ai pentiti, e segnatamente di Spatuzza. Oggi l’avvocato Salvatore Petronio, difensore di Tinnirello, ha chiesto che venga assolto per non aver commesso il fatto: “Il mio assistito pur essendo un ergastolano, non puo’ essere condannato per questa strage, perche’ non l’ha compiuta. Non puo’ ruotare tutto solo intorno alle dichiarazioni di Spatuzza. Bisogna stabilire se Spatuzza mente o ci dice la verita’. Non e’ provato che l’esplosivo di cui parla Spatuzza sia stato effettivamente utilizzato per la strage di Capaci”.
Lo scorso 8 giugno, due ergastoli e una condanna a 30 anni di reclusione erano stati inflitti dalla Corte, al termine del rito abbreviato: ergastolo per Giuseppe Barranca e Cristofaro “Fifetto” Cannella. Nessun sconto di pena per il collaboratore Cosimo D’Amato, condannato a 30 anni, al quale tuttavia sono state riconosciute le attenuanti generiche: per lui, la procura generale aveva chiesto uno sconto di pena a 9 anni e quattro mesi. Tutti erano accusati di essere componenti del gruppo che si occupo’ di procurare e preparare l’esplosivo utilizzato per l’eccidio.