Coronavirus, i fotografi palermitani: “La politica ci aiuti, rischiamo di chiudere”

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“La politica ha pensato a tutti, ma ha dimenticato la nostra categoria che da anni testimonia con le immagini i momenti più gioiosi dei siciliani e noi rischiamo davvero di finire sul lastrico”. Carmelo Ferrara è tra i più anziani fotografi palermitani e per lanciare il grido d’allarme di una intera categoria, in mattinata, ha organizzato un flash mob, assieme a un gruppo di colleghi, in piazza Ruggero Settimo, davanti al teatro Politeama.

Una manifestazione spontanea e silenziosa, senza forme di assembramento, di una quindicina di professionisti, la maggior parte dei quali si occupa da anni di cerimonie ed eventi. Hanno aderito, tra gli altri, Massimiliano Ferro, Franco Schirmenti, Ivan Schirmenti, Giancarlo Cianciolo, Sergio Milone, Vincenzo Pepe, Giuseppe Ragusa, Salvo Annaloro, Vincenzo Blandino, Angelo Bertolino, Giorgio Di Fede, Marco Guzzo, Fabio Ferrante, Enrico Piraino e Angelo Raia.

“A causa dell’emergenza coronavirus, tante attività rischiano di fallire in tempi stretti e altre stanno chiudendo – aggiunge Ferrara – il ‘lockdown’ ha azzerato le risorse economiche di molti titolari di partita iva parecchi  non riapriranno più i loro negozi. Un intero che lavora sui matrimoni è sul lastrico e penso a wedding planner, operatori video, fioristi, musicisti, negozi di bomboniere, noleggio auto, negozi di abiti da sposa, catering e strutture che lavorano quasi esclusivamente in questo settore.Se si continuano a rispettare le regole del distanziamento sociale e dovranno essere indossati guanti e mascherine, come si concilia ciò con l’idea del matrimonio, festa per eccellenza, o di altre cerimonie?”.

I fotografi chiedono finanziamenti a fondo perduto, sulla base della perdita di fatturato rispetto all’anno precedente, la sospensione per un anno di ogni tipo di tassazione, misure a sostegno degli affitti, condono delle ultime mensilità, sospensione delle bollette, prolungamento del bonus di 800 euro sino a dicembre 2020.

“Aiutateci a non chiudere definitivamente le nostre attività – dice Giancarlo Cianciolo -. Non sarà la data del 18 maggio a cambiare la situazione dei fotografi matrimonialisti in quanto qualsiasi forma di assembramento e scambio fisico saranno azzerati con tutti gli eventi religiosi e non che prevedono la presenza di un fotografo e degli operatori video che ne immortalino il ricordo”.