In un Paese in cui chi sbaglia il più delle volte non paga, in cui il più furbo cerca di farla franca possono esistere, seppur di rado, anche buoni esempi. Non l’ha presa bene l’eliminazione dal Mondiale di calcio di Russia l’avvocato catanese Enrico Trantino che da anni ha svolto in Federcalcio il ruolo di sostituto procuratore all’Ufficio inchieste. Ecco allora che l’avvocato Trantino ha preso carta e penna e ha deciso di mettere fine al suo incarico che aveva prestato più per passione che per altro. Pubblichiamo integralmente la lettera a sua firma inviata al presidente Carlo Tavecchio.
Egregio signor Procuratore, dal 1998 collaboro con la Federazione Giuoco Calcio come Sostituto Procuratore, mettendo al servizio dell’Ufficio le mie competenze giuridiche. Ho sempre svolto il mio ruolo con passione, rinunciando in questi ultimi anni a ogni rimborso e all’accredito di biglietti per partite di calcio, unico reale benefit di cui disponiamo.
“Appartengo – scrive Trantino – a quella schiera, convinta che la nostra epoca abbia bisogno di riferimenti credibili e autorevoli in grado di assumersi le proprie responsabilità; senza cercare capri espiatori su cui scaricare la colpa di ogni fallimento, pur di non abbandonare ruoli di potere. Da buon Italiano, il calcio costituisce non solo una passione sportiva, ma una disciplina in cui si condensano le attese di tanti, che in esso ripongono desiderio di riscatto, speranza di primato, coagulo sociale, orgoglio identitario”, aggiunge Trantino.
“Ho patito, come tutti, l’eliminazione dai mondiali: quel momento che ogni quattro anni, da quando sono nato, con i suoi riti, gioie e amarezze accompagnava una parte della mia estate. Non ho titolo – prosegue Trantino -per esprimere quel che penso sull’amaro epilogo della nostra avventura. Ma mi sarei atteso un gesto di fierezza da parte di chi, per avere stabilito chi dovesse guidarci, rassegnasse le dimissioni.
“Come faccio a spiegare ai miei figli la cultura dei meriti se chi sbaglia, invece di chiedere scusa e defilarsi, pretende conferme di poteri? La risposta allora diventa obbligata. Se costoro sono nel giusto e mantengono, con il tacito placet di chi dovrebbe indurli a più fieri consigli, il ruolo di comando che occupavano al momento del naufragio, evidentemente sbaglio io. E non posso permettere che il sig. Tavecchio e la Federazione annoverino nei propri ranghi un collaboratore che possa procurare loro imbarazzo con la sua anacronistica visione.
“Le sorti del mondo dipendono più che da chi governa, da chi glielo consente senza mai esercitare un dissenso costruttivo. Non volendo essere annoverato tra questi mi resta una sola alternativa. RassegnarLe le mie dimissioni, ringraziando la Procura per questi lunghi e costruttivi anni, in cui spero di avere apportato un modesto contributo. In fondo, se tutti imparassimo a rinunciare a ciò che piace pur di dare il buon esempio, forse qualcosa potrebbe migliorare.
Avv. Enrico Trantino