Adesso è ufficiale, il parroco don Corrado Lorefice nominato arcivescovo di Palermo

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Adesso è ufficiale, don Corrado Lorefice è il nuovo arcivescovo di Palermo. La notizia circolava da giorni, ma è stata ufficializzata oggi dal Vaticano. Lorefice, 53 anni, prende il posto del cardinale Paolo Romeo, dal 2006 al vertice dell’arcidiocesi palermitana e in prorogatio dal febbraio del 2013, avendo superato l’età di 75 anni, limite imposto dal codice di diritto canonico.

Lorefice, parroco della chiesa di San Pietro, a Modica e vicario episcopale per la pastorale nella diocesi di Noto, è stato nominato da Papa Francesco per il suo forte impegno nel sociale

Per scelta teologica e stile di vita, infatti, è considerato un testimone della chiesa dei poveri. Come sottolinea nel primo messaggio inviato ai fedeli della sua diocesi quando li invita “a mantenere vigile l’attenzione ai più piccoli, ai più poveri, agli ammalati”. Questo profilo dell’arciprete della chiesa di San Pietro a Modica avrebbe convinto papa Francesco a nominarlo nuovo arcivescovo di Palermo.

Il papa e don Corrado si conoscono personalmente. Ma un’influenza nella nomina sarebbe venuta dal sostegno di don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, e di monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana. La notizia della nomina circolava già da qualche giorno sotto forma di indiscrezione. A Modica i fedeli l’avevano accolta con commozione mentre don Corrado aveva mantenuto un sobrio silenzio. “E’ sotto i vostri occhi, nel mio cuore e sulle mie spalle, il peso che mi è stato imposto. Tuttavia, la parola di Dio mi è di conforto e sprone” ha commentato stamane a Noto, dove è stato vicario episcopale della diocesi. “Papa Francesco, nonostante questa mia inadeguatezza mi ha affidato il servizio pastorale della diletta Chiesa palermitana – ha aggiunto -. A lui va la mia gratitudine e la mia convinta e incondizionata adesione al suo alto e lungimirante magistero”.

Nato a Ispica, in provincia di Ragusa 53 anni fa, figlio di un maestro elementare, il nuovo arcivescovo di Palermo si è laureato in teologia con una tesi sulla Chiesa conciliare e sulla relazione sulla povertà che nel 1962 venne presentata dal cardinale Giacomo Lercaro al Concilio Vaticano II. Dalla sua ricerca don Corrado Lorefice ha anche ricavato un libro con un titolo che riassume la sua visione del ruolo della Chiesa: “Dossetti e Lercaro: la chiesa povera e dei poveri”. Don Corrado ha scritto anche un altro libro, “La compagnia del Vangelo. Discorsi e idee di don Pino Puglisi a Palermo“, nel quale rilegge in chiave teologica gli interventi del sacerdote ucciso dalla mafia al quale ha fatto anche esplicito richiamo nel suo primo messaggio ai fedeli della sua nuova diocesi.

L’impegno per la promozione dei più deboli ha portato piu’ volte il nuovo arcivescovo di Palermo in Africa e in Sudamerica dove ha incontrato l’allora cardinale Bergoglio. Da quel rapporto, consolidato da una comune visione sulle aperture sociali della Chiesa, sono nate le premesse per la nomina di don Corrado nel segno della discontinuità delle “regole” gerarchiche: padre Lorefice diventa infatti arcivescovo senza essere mai stato vescovo. E forse non a caso tra i primi ad esprimere apprezzamento per la scelta del Papa sono stati proprio due parroci di frontiera a Palermo, Padre Maurizio Francofonte, successore di Don Pino Puglisi a Brancaccio, e Padre Antonio Garau, che si è più volte scagliato contro la mafia.

Per l’arcivescovo emerito di Palermo Paolo Romeo, la scelta di don Lorefice da parte di papa Francesco non deve sorprendere.  “Le scelte di Dio non possono essere lette con gli occhi degli uomini. Nella Chiesa non c’è democrazia, c’è comunione e ognuno esercita il suo ministero: il Santo Padre è libero di scegliere”. Per Romeo non è la prima volta che un parroco viene nominato direttamente arcivescovo: “Il cardinale Martini per esempio è andato da semplice professore, direttore di un istituto biblico, a Milano: i criteri umani non sono i criteri di Dio. Dio ha altre cammini, altre scelte: non si possono interpretare con criteri umani scelte, situazioni e vita di una Chiesa che vive soltanto nella fede e opera per azione della Grazia del Signore”.