Mafia: a Palermo è il giorno del ricordo di Libero Grassi, l’imprenditore che il 29 agosto del 1991 fu ucciso dalla mafia per essersi ribellato al racket delle estorsioni. Rinnovato il cartello che ogni anno la famiglia Grassi scrive a mano. In via Vittorio Alfieri, la cerimonia di commemorazione nel luogo in cui l’imprenditore fu ucciso. Presenti il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e il presidente del Senato, Pietro Grasso.
Varie le iniziative per commemorare nell’anniversario della sua morte Libero Grassi organizzate dalla famiglia dell’imprenditore assassinato da Cosa nostra e Addiopizzo. Alle 13.30, una mini-regata in barca a vela parte dalla Cala e approda al Teatro del Sole di Acqua dei Corsari, intitolato all’imprenditore antiracket. A bordo i ragazzi di piazza Magione coinvolti in un progetto di vela per l’inclusione sociale, organizzato da Lega navale, Addiopizzo e Comune di Palermo. Mentre alle 17.30 dal piazzale della Capitaneria di Porto, al Nautoscopio, partirà una pedalata sempre alla volta del Teatro. L’area verde, dopo anni di abbandono, è stata bonificata da rifiuti, ingombranti e sfabbricidi da Reset e Amia, mentre la passerella provvisoria, che servirà per agevolare l’attracco di coloro che arriveranno via mare, è stata montata dal Coime. Per il Comune saranno presenti il sindaco Leoluca Orlando e il vice sindaco Sergio Marino.
“E’ importante continuare a ricordare Libero Grassi per quello che ha rappresentato, non solo per essersi ribellato al pizzo ma, soprattutto, per avere fatto una campagna contro chi pagava il pizzo. Questa è stata la cosa che più ha infastidito Cosa nostra, perché Grassi stava diffondendo tanti proseliti nella sua denuncia”, ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso a margine della commemorazione dell’imprenditore ucciso il 29 agosto di 26 anni fa a Palermo. “Ecco il motivo per il quale lo dobbiamo ricordare sempre di più – continua Grasso – e considerarlo un esempio da imitare”.
“Il fenomeno del racket del pizzo non è scomparso e le denunce delle vittime sono diminuite. Bisogna analizzare se le denunce sono diminuite perché il fenomeno è in calo, e noi lo spereremmo, ma c’è anche l’ipotesi che ci si adegua sempre di più a questa situazione che non assume più le caratteristiche di violenza e pressione del passato”, ha aggiunto Grasso. “Come se si volesse agire in uno stato di silenzio – ha affermato il presidente del Senato – di non fare parlare del fenomeno per cercare di riprendere le fila di questo fenomeno. Non si assiste più ad attentati incendiari, lo stesso metodo della colla nei lucchetti non è più usato come una volta”.
“E’ probabile che Cosa nostra si sia rivolta dal racket del pizzo verso altre forme di approvvigionamento economico come il traffico di droga. Queste sono delle ipotesi che si vanno facendo sul fenomeno. Ma le indagini continuano”, ha sottolineato Pietro Grasso a margine della commemorazione di Libero Grassi a Palermo. “L’impressione è che o c’è una desistenza verso coloro che possano ipoteticamente denunciare anche perché la repressione ha funzionato”, ha concluso Pietro Grasso.