Una maschera (scarlatta) per smascherare Palermo. Gioca con le parole, e con le citazioni, e con l’arte, il designer palermitano Frillo – al secolo Antonio Nicolò Zito – che torna a “vestire” con i suoi nastri rossi pezzi di città. Lo ha già fatto con la statua del Genio di Palermo, in piazza Rivoluzione, e si prepara a ripetere la sua azione “sovversiva” sulla scalinata di via Sant’Isidoro alla Guilla.
L’appuntamento è per domenica 19 aprile a partire dalle 11 del mattino e fino alle 18. Una performance lunga un giorno, che intende essere allo stesso tempo un’azione di provocazione artistica e di disobbedienza civile. Ma anche un omaggio dolente al patrimonio perduto di Palermo.
Le maschere saranno interpretate dall’artista, dalle performer, dai fotografi e dagli scrittori, ma anche il pubblico sarà coinvolto in nuovi punti di vista.
“Il progetto di Antonio Nicolò Zito, in arte Frillo – spiega Sasvati Santamaria, curatrice del progetto – nasce dalla volontà di sottolineare delle criticità culturali. Utilizzando come input il racconto La maschera della morte rossa di E. A. Poe, l’artista porta alla luce il concetto di caducità legato ad un processo di ‘dramma sociale’ che l’ambiente urbano in cui egli vive trasmette. La maschera diviene un elemento di un gioco per sottolineare delle emergenze sociali e urbane. Come le stanze del castello nel racconto, le maschere diventano sette per evidenziare delle criticità sociali e culturali: la religione, la mafia, la munnizza, la giustizia, l’immigrazione, la nobiltà. L’ultima è la maschera scarlatta, che mette in scena la morte, che nella sua essenza non rappresenta un punto di fine ma un punto di partenza, un multiplo complesso e mutevole che ha intriso in sé la volontà di un cambiamento”.
L’evento è organizzato in collaborazione con il blog letterario L’Abattoir e con sei fotografi (Sergio Calabrese, Loris Guzzetta, Luisa Montaperto, Nino Pillitteri, Peppino Romano, Giuseppe Sinatra) e sei performer (Claudia Di Gangi, Aurora Martorana, Marianna Messina, Valentina Parlato, Rosanna Romano, Patrycja Stefanek).