Miccichè: “Per colpa dei tagli Assemblea regionale deficitaria, servono maestri e più qualità”

Nel corso dei consueti auguri natalizi con la stampa parlamentare il nuovo presidente dell'Ars ha affermato che la legge elettorale va cambiata ed anche il regolamento sul Consiglio di presidenza

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l'ars va in ferie

“Un presidente dell’Ars ha il compito di gestire l’amministrazione dell’Ars, che in questo momento è fortemente deficitaria. Non era così quando sono stato presidente dell’Assemblea. Il taglio improvviso della classe dirigente ci ha lasciato un gruppo di giovani bravissimi che però non hanno più un maestro e chi gli insegni come si fa”. Lo ha affermato il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, incontrando la stampa parlamentare per il tradizionale scambio di auguri a Palazzo dei Normanni.

“Non sceglierò nessun dirigente esterno, se posso evitarlo utilizzando le risorse interne. Dobbiamo ricreare la qualità che c’è sempre stata in questo palazzo – ha detto Gianfranco Miccichè, aggiungendo: “Sono andati via 15 dirigenti (dopo l’introduzione del tetto degli stipendi, ndr), ne sono rimasti due o tre, dei pazzi forse, rimasti proprio per amore dell’Ars, sopportando i tagli. Hanno dato una dimostrazione di amore. Ripartiremo da questi”.

“Il 31 dicembre scade il tempo previsto per legge per il taglio degli stipendi che è stato fatto – ha aggiunto Miccichè -. Oggi la legge vieta che questi tagli vengano rifatti a partire dal primo gennaio. Un parere della Corte costituzionale che mi è stato inviato ritiene che è illegittimo fare quei tagli, è stato consentito che si facessero come se fossero una tantum”.

“Questo risparmio di cui si parla in questa Assemblea in realtà non è avvenuto, perché tutti quelli che invece di subire il taglio sono andati in pensione con lo stipendio che avevano e che l’Ars continua a pagare”, ha detto Miccichè, “che ci sia stata da parte della precedente Presidenza una buona volontà di risparmiare e che ci debba essere anche dall’attuale, è sin troppo ovvio, ma non dobbiamo prenderci in giro. E’ la demagogia e l’ipocrisia davanti a tutto. E’ più probabile che io risparmi rivedendo le polizze di assicurazione che non licenziando ancora qualcun altro”.

“C’è una situazione molto difficile all’Ars – ha sottolineato Miccichè -. Oggi questa Assemblea deve funzionare. Siamo in una situazione di tale crisi per cui c’è bisogno che la Regione tutta funzioni in maniera straordinaria. Sono assolutamente convinto che al Governo si sta lavorando in questa direzione e la stessa cosa dobbiamo fare noi”.

E dopo l’appello fatto da don Cosimo Scordato sul tema degli stipendi dei super burocrati dell’Ars, ecco la replica di Miccichè: “Voglio dirlo con chiarezza, non voglio aumentare niente, scriverò personalmente una lettera a don Scordato. Nessuno pensa di sprecare soldi e darli a chi è già ricco invece che ai poveri. Al di là delle mie idee ideologie, però, penso che il marxismo sia superato da tempo così come l’idea di stipendi uguali per tutti. C’è una certa anomalia – ha aggiunto Miccichè – ci sono assistenti parlamentari molto vicini al tetto del 240mila euro. E’ un errore nella gestione. Ci deve essere una distinzione dei ruoli”.

E poi Miccichè ha parlato della composizione dell’Ufficio di presidenza: “La presenza di ogni partito nell’Ufficio di presidenza non può non essere prevista. Bisogna cambiare il regolamento, sull’altare della demagogia del risparmio sono stati fatti degli errori come questo. La prima cosa che proporrò in ufficio di presidenza è una modifica del regolamento che prevede una soglia massima per il numero di questori e segretari nel Consiglio di presidenza”.

Ed ancora Miccichè si è soffermato sulla legge elettorale in Sicilia: “C’è da correggere la legge elettorale perché ci sono stati partiti che hanno preso il 7 per cento e sette deputati e altri che hanno preso il 7 per cento e due parlamentari. E’ chiaro che c’è qualcosa che non va. Un buon legislatore dice “Ci sarà un errore, cerchiamo di correggerlo”.

E poi il rapporto tra Governo regionale e Assemblea regionale. “Io politicamente sono tenuto a favorire la realizzazione del programma del presidente Musumeci, anche se non lo condividessi ma non è così, perché lo devo ai siciliani che lo hanno votato. La cosa che chiedo al Governo è il rispetto dell’Assemblea e fino ad oggi c’è stato. Gli assessori sono stati tutti presenti e sono tutte persone di livello che hanno proposto azioni finalizzate tutte al bene della Sicilia”.