“La Sicilia in questo momento non ha bisogno di risorse ma ha bisogno di regole che possano accelerare la spesa. Per queste regole servono una deroga e una gestione straordinaria, perché straordinaria è la situazione di difficoltà dell’isola. Chiedo per cinque anni un piano anticiclico con la regia a Roma. Cinque anni di regole straordinarie esattamente come è stato fatto per il ponte Morandi”. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci “L’Intervista” di Maria Latella su Sky Tg24.
“Roma – ha spiegato Musumeci – non ha mai avuto un serio progetto per il Mezzogiorno e per la Sicilia in modo particolare. Abbiamo avuto denaro a fiumi ma è mancato un progetto. In Sicilia per realizzare un’opera pubblica strategica possono passare anche 15 anni. I lacci della normativa vigente sulle opere pubbliche e sulle gare d’appalto sembrano essere fatti per non accelerare la spesa. In Sicilia non abbiamo bisogno di denaro, paradossalmente, ma abbiamo bisogno di deroghe alle procedure vigenti”.
“La vittoria del centrodestra in Calabria conferma un dato costante dal dopoguerra: la meridionalità del centrodestra. Una volta apparteneva al Msi e ora alle forze politiche tradizionali. Persino la Lega ora si conferma come una forza protagonista nel processo di crescita del mezzogiorno”. Lo ha detto il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci a L’Intervista di Maria Latella su Sky.
Raffaele Fitto candidato del centrodestra in Puglia? “Con Fitto siamo amici, è stato apprezzato come governatore, operava in un contesto politico diverso rispetto a quello attuale. Io credo che il governatore di una regione vasta debba aprire un rapporto diretto con l’elettorato. Sente ogni giorno il fiato della gente sulla nuca, è diverso dal fare il parlamentare. Chi sa stare accanto alla gente è vincente”. Ne è convinto il presidente siciliano Nello Musumeci interpellato da Maria Latella su Sky Tg24. “Se poi ha alle spalle una coalizione che parla un solo linguaggio e che si muove sulla stessa strada il risultato è quasi assicurato”. “Io non ho nessun potere per dire a Salvini cosa fare, dico solo che il centrodestra quando è unito vince – dice – un centrodestra unito è un valore, per chi non ci crede è un male necessario ma bisogna stare uniti”.
“In Emilia Romagna – ha proseguito Musumeci – non ha vinto il centrosinistra, non ha vinto il Pd che non ha guadagnato una posizione, ma ha vinto il Presidente Bonaccini. Ha vinto il bravo amministratore che ha saputo parlare alla sua terra. Accreditarla come una vittoria del Pd mi sembra esagerato. I moderati del centrodestra devono continuare a essere l’asse portante, la cerniera con l’elettorato dell’astensionismo e dell’indecisione”.
“Il candidato premier del centrodestra – ha precisato nello Musumeci – deve appartenere a quella forza politica che si attesta al maggior numero di consensi. Giorgia Meloni ha tutti i numeri per fare la leader e anche Matteo Salvini, mentre Fi ha fatto sentire la propria presenza in Calabria. Bisogna lavorare, serve allargare il perimetro della coalizione e parlare al centro”.
“Mi ricandido nel 2022? Non ho la presunzione di dirlo adesso – ha risposto Musumeci -. Voglio vedere se in questi tre anni riuscirò a fare almeno il 60 per cento delle cose per le quali ho chiesto e ottenuto il consenso dei siciliani”.
“Abbiamo il dovere di mettere insieme tutte le forze politiche, le sensibilità civiche, le associazioni che si muovono nelle regioni del Sud per aprire una sorta di grande vertenza con il governo centrale, sapendo di portare al tavolo temi essenziali e prioritari. Il deficit strutturale è un tema non nuovo ma va affrontato in maniera seria e radicale, altrimenti il Sud sarà condannato a restare sempre indietro”, ha detto nello Musumeci intervistato da Maria Latella.
“Guardo con grande rispetto al dibattito interno al M5s all’Assemblea siciliana. Sono convinto che in un momento cosi difficile per la Sicilia anche chi è stato costretto all’opposizione debba avvertire la necessità di lavorare per la Sicilia. L’etica della responsabilità dovrebbe indurre chi sta all’opposizione a vigilare e controllare ma anche a condividere le buone idee”, ha detto a Sky Nello Musumeci, sul confronto nel M5s tra chi e’ aperto a votare le norme del governo ritenute utili e chi invece vuole mantenere la linea dell’opposizione.
Infine, una chiosa sulle province, perché abolirle “è stato un errore”, ha spiegato Nello Musumeci. Le province per Musumeci “sono un ente intermedio che da centosessanta anni fa da cerniera tra la polverizzazione municipale da un parte e il centralismo regionale o statale dall’altra. Averle soppresse, decapitate o ridimensionate senza aver inventato qualcosa che le sostituisse, in Sicilia ha determinato che diciassettemila chilometri di strade provinciali sono in condizione di abbandono – ha sottolineato -. L’edilizia superiore, che è di competenza provinciale, cade a pezzi. Non è con il ridimensionamento delle province che si fa la guerra ai costi della politica. Una cosa sono i costi della politica, altra cosa sono i costi della democrazia. Una democrazia costa perché la libertà costa”.