Lo aveva detto da tempo che sui conti della Regione Siciliana ci sarebbe stata presto una “operazione verità”. Lo ha detto e lo ha fatto. Così dopo aver parlato qualche giorno fa della spinosa questione rifiuti, il presidente della Regione Nello Musumeci ha deciso che è arrivato il giorno di parlare dei conti.
“Abbiamo trovato una Regione con un disavanzo di 5 miliardi e 900 milioni di euro e un indebitamento di 8 miliardi e 35 milioni di euro, questo è lo stato di salute dell’ente regionale. Si è andati avanti alla giornata nella passata legislatura”, ha detto il governatore Nello Musumeci incontrando la stampa con al suo fianco l’assessore all’Economia Gaetano Armao e il nuovo segretario generale Maria Mattarella. Una fotografia, ancora parziale dei conti della Regione siciliana, fatta da una commissione tecnica incaricata dal governo Musumeci per effettuare appunto quella “operazione verità”. “Ancora non sappiamo la cifra esatta dei debiti fuori bilancio della Regione Siciliana”, ha precisato Nello Musumeci.
“Sui conti della Regione ci muoviamo su un terreno minato”, ha affermato Musumeci, “sulle società partecipate non è stata fatta una ricognizione del patrimonio, mi risulta che alcuni beni immobili non sono stati neppure catastati. Non sono stati neppure individuati gli obiettivi programmatici finalizzati a ridurre il debito pubblico”.
“Sulle società partecipate – ha aggiunto Musumeci – non è stata fatta una ricognizione, che su richiesta dei magistrati contabili, andava fatta entro la fine del 2017, così come manca una ricognizione del patrimonio, mi risulta che alcuni beni immobili non sono neppure stati catastati. Abbiamo ereditato una economia che oggi appare sostanzialmente stagnante e che non consente la crescita della regione”, ha ammesso Nello Musumeci.
“Con il Governo centrale vogliamo avere un rapporto incentrato sulla collaborazione, abbiamo trovato nel governo nazionale un interlocutore attento e disponibile”, anche nel rivedere gli accordi finanziari sottoscritti nel 2014, e sui vincoli, ottenendo una proroga al 31 marzo 2018 riguardo alle sanzioni legate alla mancata presentazione del consuntivo 2016, ha spiegato Musumeci ai giornalisti.
“Niente sciocchi rivendicazionismi – ha precisato Musumeci – ma solo la consapevolezza di essere titolari di prerogative che intendiamo far valere con il Governo, a fronte del comportamento remissivo dell’esecutivo regionale precedente. Al di là del colore politico la Regione deve collaborare con il Governo e questo deve fare altrettanto. Nella passata legislatura due governi dello stesso colore politico non hanno portato a risultati utili per la Sicilia”.
“La negoziazione con lo Stato – ha assicurato – proseguirà nelle prossime settimane. Certamente, prenderemo ogni iniziativa per contrarre la spesa pubblica, eliminare gli sprechi e rendere più trasparenti i conti, lavoreremo per il risanamento dell’ente e perché siano aumentati gli interventi per la crescita e lo sviluppo del territorio. Il contenimento deve essere abbinato a una manovra di crescita per fare ripartire una economia stagnante”.
“Con un bilancio come quello illustrato noi non possiamo farci troppe illusioni, almeno per i prossimi tre anni, questa situazione contabile peserà assai sull’attività del governo. Abbiamo il dovere di dirlo per non alimentare aspettative”, ha ammonito Musumeci, “dobbiamo contenere la spesa pubblica e dobbiamo pensare a investimenti per alimentare la crescita e i consumi e, quindi, l’occupazione”.
“Urgente è il completamento della ricognizione del patrimonio. Ogni euro che non metti a patrimonio, te lo ritrovi come mancata copertura. Per questo è indispensabile fare in fretta. Ho già parlato con l’assessore Sgarbi, per un’azione congiunta sul fronte del patrimonio culturale e monumentale”, ha aggiunto il vicepresidente della Regione e assessore all’Economia, Gaetano Armao. “E’ necessario un nuovo patto tra Stato e Regione. Il presidente Musumeci condurrà la trattativa con la mia collaborazione per una nuova versione dell’Autonomia. Serve una Regione con le carte in regola e con i conti in regola. Le rivendicazioni vuote non servono”, ha sottolineato Armao. (in collaborazione con Italpress)