Si accendono i riflettori del Csm sull’organizzazione del giudice Saguto ex presidente della sezione Misure di prevenzione

0
18

Si accendo le luci del Csm sulla gestione del giudice Saguto ex presidente della sezione Misure di prevenzione. Va avanti e si allarga il lavoro del Csm per fare luce sulla sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo. Palazzo dei Marescialli, oltre alla procedura di trasferimento per incompatibilità avviata in Prima Commissione sul “caso Palermo”, si accinge a compiere verifiche anche sul progetto organizzativo che Silvana Saguto aveva attuato come presidente della sezione Misure di prevenzione.

La Settima Commissione dell’organo di autogoverno della magistratura ha aperto una pratica dedicata a questi ulteriori approfondimenti, su richiesta del laico di FI Pierantonio Zanettin (relatore in Prima Commissione del fascicolo sul “caso Palermo”) sulla base della documentazione fornita dal presidente del tribunale da cui sembra emergere che la sezione guidata da Saguto versasse in una “situazione di opacità e disorganizzazione”.

Una tesi, quest’ultima, sostenuta anche dal presidente dell’Ordine degli avvocati del capoluogo siciliano, Francesco Greco, durante l’audizione avuta oggi al Csm: Greco ha parlato di vero e proprio “caos organizzativo” della sezione misure di prevezione e confermato il “clima di sfiducia e di grande disagio” che si respira nell’ufficio giudiziario dopo l’inchiesta aperta dai pm di Caltanissetta.

Altre audizioni – quella del presidente della Corte d’appello Gioacchino Natoli, del pg Roberto Scarpinato e del presidente dell’Anm Palermo Matteo Frasca – si terranno lunedì pomeriggio, mentre martedì mattina dovrebbe svolgersi quella del presidente della Camera penale palermitana Antonino Rubino: i penalisti, con un documento delle scorse settimane, avevano chiesto di “azzerare” la sezione misure di prevenzione e di trasferirne le competenze alle sezioni ordinarie.

Il Csm, dunque, vuole capire il perché di una posizione così radicale. Una volta conclusa questa prima fase istruttoria, Palazzo dei Marescialli deciderà quando convocare i 5 magistrati (oltre a Saguto, i giudici Tommaso Virga, Lorenzo Chiaromonte e Fabio Licata, e il pm Dario Scaletta) per cui è stata avviata la procedura di trasferimento.

Dalle indagini, nel frattempo, è venuta alla luce una nuova notizia riportata dal Giornale di Sicilia. Per tre anni, il giudice Silvana Saguto aveva maturato un ingente debito con il supermercato Sgroi di via Autonomia Siciliana, a Palermo: ben 18.451 euro, saldato solo in parte, con un bonifico da 10 mila euro, nei giorni scorsi, dopo la richiesta avanzata dal cassiere della struttura commerciale, sottoposta ad amministrazione giudiziaria.

La vicenda è emersa a margine dell’inchiesta della Procura di Caltanissetta in cui la stessa Saguto, ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, è indagata per concussione per induzione, corruzione e abuso d’ufficio. Nei giorni scorsi la Guardia di finanza è andata ad acquisire la documentazione presso i supermercati.

In precedenza l’amministratore, Alessandro Scimeca, aveva sollecitato i pagamenti, non senza imbarazzo, perché lui lavorava e lavora con la sezione che, fino al momento in cui è scoppiato lo scandalo, era presieduta dalla stessa Saguto. Il giudice, che ha chiesto il trasferimento per evitare di essere mandata via d’autorità dal Csm, ha spiegato che lei usa pagare i conti mensilmente e non volta per volta, dato che a fare spese non andava lei personalmente, ma suoi incaricati. “E comunque – ha precisato – non mi sono mai occupata della misura di prevenzione Sgroi”. (Agi)