Smerciavano droga come se fosse carne al mercato di Ballarò, quattro arresti

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Droga smerciata come carne nel mercato popolare Ballarò di Palermo. A sgominare la banda criminale è stata la Polizia di Stato che ha eseguito quattro arresti. In carcere sono finiti Santo Rubino di 48 anni, Alessandro Del Noce di 19 anni, Fabio Di Pasquale di 43 anni e Michele Caccamo di 49 anni.

Sono accusati di importazione in Italia, traffico e detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in questo caso di tipo cocaina, marijuana ed hashish. L’attività, condotta dai poliziotti della sezione Antidroga della locale Squadra Mobile, denominata, in codice, Operazione ‘Bills, ha avuto una durata di circa 1 anno ed ha tratto spunto dall’osservazione di alcuni giovani, dediti allo smercio di droga in città, con particolare riferimento al quartiere di Ballarò.

L’indagine ha, altresì, consentito la disarticolazione dell’intero organigramma criminale individuato, “grazie all’arresto di svariati soggetti legati all’associazione criminale, nonché al sequestro complessivo di circa 6 kg di hashish, di circa 3 kg di marijuana e di circa 320 gr di cocaina”, spiegano dalla Questura.

Al vertice della banda c’era, per gli inquirenti, Santo Rubino, che, “con il ruolo di vero e proprio coordinatore di tutte le attività di spaccio di stupefacenti monitorate in corso d’indagine nel quartiere Ballarò, si avvaleva dell’opera di Del Noce e di Caccamo, in qualità di ”braccia operative” dell’associazione (occupandosi gli stessi non soltanto del rifornimento di sostanze stupefacenti verso i pusher di zona, ma anche del prelevamento, per conto di Rubino – dicono dalla Questura – della droga dai luoghi di occultamento della stessa). Il ruolo di Di Pasquale, invece, è “risultato essere quello di ”depositario” di sostanza stupefacente, che, in alcune occasioni, veniva appunto ceduta a Rubino o, per conto dello stesso, ad altri acquirenti di minor caratura criminale”.

I 4 destinatari del provvedimento sono tutti stati colpiti da provvedimento di arresti domiciliari, in attesa delle determinazioni della Autorità giudiziaria competente.