Un partito unico del centrodestra non è proponibile, certamente però qualcosa si muove. Nonostante il rifiuto di Forza Italia, per voce della capogruppo azzurra Mariastella Gelmini, all’ipotesi di una fusione con Lega e Fdi, all’orizzonte potrebbe esserci un nuovo approdo per i partiti alternativi al Pd e al M5S.
L’ipotesi della nascita di un nuovo partito unico del centrodestra è rimbalzata tra gli analisti politici alla vigilia del pronunciamento della magistratura sui 49 milioni di euro che il Carroccio potrebbe essere costretto a restituire all’erario. In questo caso il movimento di Salvini rischierebbe seriamente l’estinzione e la nascita di un rassemblemant unico sarebbe una scelta obbligata.
“Il partito unico rievoca un nome bulgaro dal sapore antico e, francamente, non ci interessa” -ha affermato la Gelmini. Secondo gli azzurri “ortodossi” il centrodestra è un’esperienza fatta di più voci: Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Condizione imprescindibile questa per permettere agli italiani, all’interno del centrodestra, di poter scegliere.
All’orizzonte ci sono le Regionali, come in Abruzzo. Ma anche la voglia matta di Fi, di un ritorno anticipato alle urne. E in entrambi i casi per i forzisti la ricetta è antica: squadra che vince non si cambia. La fase congressuale di autunno e il ritorno in campo di Silvio Berlusconi fa ben sperare i fedelissimi dell’ex cavaliere, a cominciare da Antonio Tajani.
Non sfugge il riferimento della capogruppo dei deputati: “Noi crediamo nel centrodestra e crediamo nelle esperienze di governo, come in Lombardia, Veneto, Liguria, Sicilia, Friuli, Molise. Pensiamo che si debba ripartire da lì”.
Novità potrebbero arrivare anche dalla Sicilia, dove il presidente della Regione Nello Musumeci da tempo ha avviato un dialogo con il leader della Lega senza però sbilanciarsi. Tra ottobre e novembre il congresso di #DiventeràBellissima si dovrà esprimere sulle alleanze in vista delle Europee e le dinamiche nazionali saranno lette con grande attenzione dai dirigenti siciliani.
La palla quindi adesso è nel campo di Matteo Salvini, il quale dovrà dire agli altri alleati del centrodestra qual è la sua posizione: se questa esperienza di governo è una esperienza temporanea, legata ad un fatto emergenziale, oppure, come qualcuno pensa, preluda a una maggioranza destinata a durare.
Gelmini non si nasconde dietro a un dito, è cosciente che tutto il centrodestra è messo alla prova da una situazione anomala dove Fratelli d’Italia e Forza Italia sono all’opposizione mentre la Lega è al governo con il Movimento 5 Stelle. Per questo tocca scegliere e la mano passa a Salvini. Il vicepremier-segretario dovrà scegliere se mettersi contro il vecchio alleato (e i suoi mezzi di informazione) o se tendergli la mano con la possibilità di fagocitarlo, ma a patto di staccare la spina all’esperimento con il M5S.