A Pozzallo sbarcati tutti i migranti rimasti a bordo delle due navi Frontex. Fotogallery

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A Pozzallo sbarcati i 380 migranti rimasti per giorni in mare e in rada a bordo delle due navi di Frontex e della Guardia Costiera, i pattugliatori Monte Sperone e Protector. Le operazioni di accoglienza in banchina hanno avuto inizio dopo le 2 della notte tra domenica e lunedì e sono andate avanti per tutta la notte.

Il via libera del Viminale, arrivato nella tarda serata di domenica, dopo l’impegno di Malta, Francia, Germania, Spagna e Portogallo ad accoglierne 50 ciascuno. “E’ una vittoria politica”, ha commentato il ministro dell’interno, Matteo Salvini. Domenica erano già stati sbarcati in 57 – 43 donne e 14 minori – più alcuni uomini per evitare di dividere le famiglie. Intorno alle 2 di notte è iniziato lo sbarco di 195 uomini dalla Nave Monte Sperone e di altri 185 dalla nave militare inglese, Protector.

Durante lo sbarco al porto di Pozzallo dei 378 migranti dalle due navi, della Guardia di Finanza e di Frontex, la Squadra mobile di Ragusa ha fermato alcuni uomini con l’accusa di essere gli scafisti della traversata nel mare. Gli uomini sono stati portati in Questura.

C’erano tra le donne anche alcune minori non accompagnate. Giovanissime, come giovanissimi sono anche i bimbi fatti scendere da nave Monte Sperone – 57 in tutto – prima dello sblocco definitivo della situazione e con il via libera dato dal ministro Salvini per lo sbarco di 195 uomini dalla Nave Monte Sperone e da nave militare inglese, Protector, di altri 185 migranti, anche in questo caso tutti uomini.

Nel lungo pomeriggio di attesa, poco prima dello sbarco, un manipolo di turisti, telefonini sguainati per riprendere il trasferimento di donne e bambini, ma fra loro una mamma non giovanissima. Con lei i suoi due figli. La mamma un lungo camice marrone; i suoi due figli per età e corporatura sembrano due gemellini, capelli corti imbionditi dal sole pantaloncini corti e ciabattine, non hanno più le loro magliette. Hanno cercato un responsabile delle procedure legate allo sbarco e si sono fatti avanti. Un gesto simbolico ma di grande significato: hanno donato le loro magliette ai coetanei africani.

Dopo qualche ora vertice presso l’hotspot di Pozzallo tra prefetto di Ragusa, Filippina Cucuzza, la direttrice del centro Emilia Pluchinotta, ed altri soggetti coinvolti nelle procedure. Nel frattempo l’èquipe medica che avrebbe dovuto effettuare i controlli medici a bordo di Protector, non è stata fatta salire. Ha fatto rientro in banchina pronta a effettuare gli stessi controlli con nave ferma al porto di Pozzallo.

“La macchina dell’hotspot è già attiva e pronta con tutti i mezzi per il dovuto protocollo di assistenza e accoglienza”, ha spiegato il sindaco di Pozzallo Roberto Ammatuna, “con questo sbarco la consolidata capacità organizzativa è stata messa a dura prova, si rende opportuno, ha sottolineato il sindaco Ammatuna, un celere incontro con il ministro Salvini per discutere e approntare ogni dettaglio per il futuro, al fine di evitare possibili errori che potrebbero compromettere un lavoro certosino che viene effettuato da anni avendo cura nei minimi dettagli. Una vittoria dell’Italia tutta e dell’Europa – ha concluso – la decisione di fare sbarcare questi migranti per questo sento il dovere di ringraziare il ministro Salvini con tutto il suo staff, il prefetto di Ragusa e quanti operano per l’accoglienza nell’hotspot di Pozzallo”.

“Oggi per la prima possiamo dire che sono sbarcati in Europa”: sono parole di fonti di Palazzo Chigi a commento dello sbarco di migranti dalle due navi rimaste in rada davanti a Pozzallo, dopo il via libera del governo seguito agli impegni di cinque Paesi dell’Ue ad accoglierne 50 ciascuno. I migranti, riferiscono le stesse fonti, “riceveranno tutta l’assistenza necessaria in attesa che avvenga la ripartizione con gli altri Paesi europei”.

“E’ una vittoria politica”, ha commentato il ministro dell’interno, Matteo Salvini. Fino alla decisione del Viminale, il pattugliatore della Finanza Monte Sperone e la Protector di Frontex eramo rimasti ormeggiati nelle acque di Pozzallo in attesa di nuove disposizioni.