
Diciannove persone, di cui 12 cittadini pachistani, sono stati arrestati in Arabia Saudita dopo gli attacchi suicidi di lunedì, uno dei quali a Medina, nei pressi della dimora del Profeta Mohammed, il secondo luogo più sacro dell’Islam dopo la Mecca. Lo ha annunciato il ministero degli Interni del regno. Lunedì scorso, in tre distinti attacchi: a Medina; in una moschea sciita di Qatif (est); e a Jeddah capitale economica nella parte occidentale del Paese, sono morte sette persone e ferite altre due. Naer Moslem Hammad al-Balawi, un saudita di 26 anni, che ha avuto una “storia del consumo di droga” è stato identificato come l’autore dell’attacco di Medina, ha detto il ministero in un comunicato diffuso dall’agenzia di stampa ufficiale SPA. L’attacco Qatif, ha aggiunto, è stato eseguito da tre “terroristi”, tra cui un uomo di nome Abderrahman Saleh Mohammed al-Amr, 23 anni, noto ai servizi di sicurezza per aver preso parte a manifestazioni di proteste.
L’attentatore di Jeddah è invece un cittadino pachistano identificato come Abdullah Qalzar Khan, un pilota che viveva in città da 12 anni, ha aggiunto il ministero. Finora nessun gruppo ha rivendicato gli attacchi. Tuttavia, una serie di attentati e sparatorie sono stati rivendicati dallo Stato Islamico (Isis) che dalla fine del 2014 ha preso di mira la minoranza sciita e le forze di sicurezza, uccidendo decine di persone. La maggior parte degli attacchi hanno avuto luogo nella provincia orientale, abitata dalla comunità sciita. (Fonte Afp)