“Non ho idea e non conosco e non ho mai conosciuto Vito Nicastri, né seguo tanto le cronache giudiziarie, mentre la conoscenza con Paolo Arata avviene anni fa tramite un collega deputato della Camera tra il ’93 e il ’96. Poi mi viene chiesto da Alberto Dell’Utri se poteva dare il mio numero ad Arata, io ho acconsentito, poi mi ha chiamato, ci siamo sentiti. Ma io lo incontro per la prima volta il 13 febbraio 2018 all’una e mezza”. Lo ha detto Gianfranco Miccichè, in mattinata, nel corso dell’ audizione in commissione regionale antimafia, presieduta da Claudio Fava, ricostruendo i suoi rapporti con Paolo Arata. Il presidente dell’Ars è stato il primo dei politici convocati, i cui nomi emergono dalle carte delle indagini e che sarebbero in qualche modo interessati allo scandalo degli affari sull’energia. “Mi chiese di organizzare un appuntamento con Pierobon – ha aggiunto Miccichè -. Mi disse che lo aveva già incontrato in assessorato, era di casa in assessorato. Le nostre segreterie si sono sentite per organizzare l’incontro. Abbiamo parlato di Siri, che non conosco. Siri l’ho sentito una volta al telefono anni fa in occasione di elezioni. Mentre in quell’occasione Arata mi parlò di cose generali, della nostra vecchia esperienza e poi del suo progetto e del fatto che voleva parlarne all’assessore. Ma io non capisco molto di queste cose”, ha proseguito Miccichè.
“Ho incontrato Arata in assessorato. Lui era con Cocina e io ero con Alberto Pierobon che mi stava facendo visitare fisicamente gli uffici. Il figlio di Arata, Francesco, il 12 luglio 2018 mi chiese di incontrare l’assessore Mimmo Turano perché aveva un problema con l’assessorato. L’incontro fu qui in Assemblea, erano nella mia stanza ma parlavano di questioni tecniche, io però mi alzavo facevo chiamate e rispondevo al telefono, quindi non ho seguito tutto”. Lo ha detto il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè in audizione alla Commissione regionale antimafia, presieduta da Claudio Fava. “Ma dopo quell’incontro – ha aggiunto Miccichè – fra Arata e Turano, l’assessore mi ha sconsigliato di continuare ad avere rapporti con Arata, di non occuparmi più della vicenda. “Turano mi disse – ha rivelato Miccichè -: ‘Gianfranco levaci mano'”. Immagino che Turano sapeva chi era Arata o deve esserlo venuto a saperlo. Io non sapevo”. Il presidente Fava poi ha letto la parte dell’ordinanza in cui Arata avrebbe detto a Nicastri che Miccichè sapeva dei loro legami. La replica di Miccichè: “Sono minchiate”. E poi il presidente dell’Ars ha detto: “Ci sono due cose che non mi tornano nella ricostruzione che ho appreso dai giornali. Perché io non ho mai combinato un incontro fra Cocina e Arata. Non solo non ricordo questo incontro ma ho chiesto alla mia segreteria se avessi avuto incontri con Cocina, è accaduto il 18 gennaio 2018, prima di conoscere Arata”.
Nel corso dell’audizione in commissione regionale antimafia sul caso Arata sullo scandalo degli affari sull’energia, il presidente Claudio Fava rivolgendosi al presidente Miccichè ha detto: “Non è prassi, non è normale che un imprenditore viene portato per mano negli uffici, diciamo che una certa flessibilità c’è stata con Arata”. Pronta la replica di Miccichè: “Mi sembra difficile non essere disponibile se uno si presenta come imprenditore, come ex parlamentare ed è il referente della Lega”. Alla domanda di Roberta Schillaci del M5S su come mai Cocina ha affermato di essere stato convocato dal presidente dell’Ars, questo ha risposto: “Ho detto di non ricordare di avere convocato Cocina per un incontro perché cerco la verità. Raramente convoco un direttore. Me ne ricorderei e inoltre non risulta né alla mia segreteria né alla portineria dell’Ars perché ho fatto fare dei controlli per avere chiarezza”. E comunque ha aggiunto Miccichè “posso portare in consiglio di presidenza la proposta di istituire il registro dei portatori d’interesse. Capirò, mi informerò se esiste al parlamento nazionale e in caso lo faremo anche qui. Non penso che sia una cosa contro, anzi è a favore. Non ci troverei niente di strano”.
“La politica si è resa impermeabile a quanto accaduto, non ha piegato la schiena, tutta la classe politica interessata da questa vicenda ha fatto in modo che chi voleva non ottenesse nulla. Rispetto al passato che ha danneggiato la nostra Isola per situazioni poco positive, mi sembra di poter affermare che oggi questa politica mi sembra molto più forte. Un punto a favore della Regione Siciliana, se non dal punto di vista amministrativo, dal punto di vista politico”. Lo ha detto il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gianfranco Miccichè al termine della audizione in commissione regionale antimafia sul caso Arata e le pressioni alla politica per sbloccare pratiche sull’energia, incontrando i giornalisti in sala stampa. “E’ cambiato l’atteggiamento complessivamente dell’Assemblea nei confronti degli affaristi, dei tangentisti – ha aggiunto Miccichè – questo è un palazzo che garantisce trasparenza e certezza negli incontri, io non incontro nessuno che non abbia preso un appuntamento e senza che si sia prima avvertita la portineria. La cosa più bella, che dovrebbe far sorridere tutti i siciliani è che, contrariamente a quanto avveniva prima, oggi l’imprenditore non onesto, tangentista e implicato con la mafia, è andato via con le pive nel sacco, e io sono felice che il signor Arata e i suoi complici se ne siano andati via e non hanno ottenuto nulla dalla politica che ha dato un segnale importantissimo che la Sicilia sta cambiando”, ha concluso Miccichè.
“C’è una visione proprietaria che alcuni signori fuori dalla Regione hanno dei passaggi autorizzativi. Come dice il gip e com’è scritto nel rapporto della Dia, è impressionante e imbarazzante il modo in cui la funzione pubblica veniva piegata a interessi privati. Non è solo la mazzetta che correva di mano in mano, ma l’idea che si potessero percorrere le stanze degli assessorati sapendo di potere avere sempre qualcuno pronto ad aprire una porta e semplificare le procedure”. Lo ha detto il presidente della commissione Antimafia dell’Ars Claudio Fava, a margine dell’audizione del presidente dell’Assemblea Gianfranco Miccichè sul caso Arata.
Presidente commissiona antimafia Claudio Fava su caso Arata
Parla in commissione antimafia anche l’assessore Pierobon
“Escludo di avere incontrato Arata con Cocina e Miccichè e non ricordo che quando Miccichè è venuto a trovarmi non abbiamo incontrato nei corridoi Cocina e Arata. Questi era molto accreditato e mi fu presentato dal direttore del dipartimento all’Energia D’Urso fuori dall’assessorato, c’erano altri due funzionari “. Lo ha detto l’assessore all’Energia Alberto Pierobon in audizione davanti alla commissione regionale antimafia. A proposito della permeabilità e della facilità d’ingresso di estranei in assessorato Pierobon ha detto: “Prima c’era l’assalto e per questo ho chiesto di mettere delle barriere. Da quando c’è la dottoressa Troccoli ci sono dei controlli rigidi degli accessi. Prima accadeva che mi prendessero degli appuntamenti e io non sapevo di cosa si dovesse trattare. Adesso non accade più”. Parlando di Francesco Paolo Arata, Pierobon ha raccontato che “si lamentava della malaburcrazia, paventava ricorsi e allora ho chiamato Cocina e gli ho detto: ‘Guarda che c’è questo che aspetta da un anno vedi di dargli la risposta’. Lui mi ha detto ‘Domani firmo’ e io l’ho riferito ma non sapevo quale fosse il risultato”. Nessun favoritismo, nessun via libera. “Avrò sollecitato almeno cinquecento pratiche e ci sono anche le lettere – ha spiegato Pierobon -. Giovedì sera io stesso ho sollecitato cinque cose da fare urgentemente, ma non entro nel campo tecnico”. Poi il presidente Fava ha chiesto a Pierobon come mai lui avesse chiamato l’assessore Cordaro per sollecitare un provvedimento e poi l’assessore all’Energia ha replicato: “L’ho fatto perché l’assessorato ha un dovere di serietà e di rispetto dei tempi. Ho parlato in generale a Musumeci del fatto che mi sembrava vergognoso che i privati scappano dalla Sicilia. Il figlio di Arata mi ha raccontato del loro socio che era andato via e così dicevo ai miei colleghi della giunta: ‘Vi rendete conto che qui c’è gente con i soldi che va via?’. Non ne ho mai parlato nello specifico con Musumeci”.