Indagato il sindacalista minacciato: scritta da lui una delle lettere intimidatorie ricevute

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E’ stato minacciato dalla mafia, ha ricevuto oltre 20 lettere intimidatorie, ha subito l’incendio della sua auto e danneggiamenti di vario tipo e per un periodo è stato anche sotto scorta: adesso però il sindacalista della Cgil Vincenzo Liarda di Polizzi Generosa (Pa) è indagato dalla Procura di Termini Imerese con l’accusa di essere l’autore di almeno una delle lettere minatorie ricevute.

La missiva in questione, fra l’altro, è quella dal contenuto più minaccioso e pesante. Sul foglio i carabinieri del Ris hanno trovato una sua impronta digitale: un elemento che ha insospettito gli investigatori, perchè quella lettera in particolare era stata aperta dalla moglie di Liarda, e consegnata direttamente ai carabinieri.

La Procura di Termini Imerese, guidata da Alfredo Morvillo, mantiene al momento uno stretto riserbo sulla vicenda: “Ci limitiamo – dicono i pm – ai fatti oggettivi che emergono”. L’inchiesta sulle minacce a Liarda era stata condotta dai carabinieri di Monreale e coordinata dalla Dda di Palermo.

Il sindacalista, che alla Cgil ha avuto anche incarichi nazionali, è presidente del Consorzio madonita per la legalità e lo sviluppo. Si era battuto duramente anche per l’utilizzo del feudo Verbumcaudo, confiscato al boss Michele Greco. Tempo fa aveva fatto discutere la decisione di revocargli la scorta che gli era stata assegnata come misura di prevenzione dopo le intimidazioni subite.