«Da che mondo e mondo, di conti Max ce ne sono stati e sempre ce ne saranno. Imbroglioni, millantatori, arrampicatori sociali, arruffoni e perché no, anche eleganti ciarlatani. Non tutti sanno però chi effettivamente sia stato Giuseppe Abatino, detto Pepito, sedicente conte di Calatafimi, enigmatico personaggio vissuto a cavallo tra gli anni Venti e Trenta del Novecento.
Non tutti possono immaginare come dall’oggi al domani abbia fatto la sua fortuna e anche quella di una celebre soubrette afroamericana che calcò i palcoscenici di tutto il mondo, l’indimenticata Joséphine Baker.
Nel libro «La principessa tam tam e il sedicente conte» di Antonio Fiasconaro (Nuova Ipsa Editore, pagine: 128 con ill. b/n 14 euro, e-book 4,99 euro) se ne ripercorre la storia, «restituendo alla memoria la storia di un personaggio palermitano che operando dietro le quinte ha contribuito al successo e all’immortalità della bellissima principessa», afferma l’autore.
Finita la relazione con Georges Simenon, nella vita di Joséphine è già presente un altro uomo, un’altra importante figura maschile. Giuseppe Abatino, al contrario del famoso autore di gialli, non scrive romanzi né articoli giornalistici, è invece un avventuriero, un faccendiere, uno spaccone capace con il suo charme di scardinare le porte più importanti del mondo dello spettacolo parigino del tempo.
Nella storia tra Pepito e Joséphine c’è sempre il fantasma dello scrittore con la sua vecchia fiamma, si fa per dire, perché secondo le cronache i due, benché la storia fosse finita, continuarono clandestinamente a vedersi malgrado la presenza quasi ingombrante di Abatino e di Régine Rènchon “Tigy”, la prima moglie del giornalista belga.
Lo scrittore si toglie più di un sassolino dalla scarpa denigrando a dovere, con animosità, l’uomo che adesso sta accanto alla “sua” Venere nera. Georges intanto viene scoperto e lanciato da un editore di fiuto che pubblica Au pont des arches, il romanzo nel quale fa la sua prima comparsa il commissario Maigret.
Da lì a poco si conclude, invece, la storia segreta, travolgente e clandestina tra il giovane cronista e la rampante e seducente ballerina creola. La loro storia d’amore finisce così com’è iniziata: di colpo. Simenon la definisce «un enfant sauvage lancé vers le monde», afferma Fiasconaro. (ANSA)