Salvino Caputo arrestato questa mattina, avrebbe tratto deliberatamente in inganno gli elettori facendo credere di essere lui il candidato e non il fratello Mario. Il capo della Procura di Termini Imerese Ambrogio Cartosio ha spiegato in una conferenza stampa i particolari dell’indagine che ha portato all’arresto dell’ex deputato e sindaco di Monreale, insieme al fratello Mario ed al procacciatore di voti Benito Vercio. I tre devono rispondere di “attentato contro i diritti politici del cittadino” per avere determinato, con l’inganno, gli elettori all’esercizio del loro diritto politico in senso difforme dalla loro volontà.
Nella stessa inchiesta risulta coinvolto anche il leader regionale di “Noi con Salvini” Alessandro Pagano ed una dozzina di altre persone.
“L’avvocato Salvino Caputo viene scelto come candidato per una delle liste per la competizione regionale, la lista ‘Noi Con Salvini’. Ci sono tutta una serie intercettazioni telefoniche nelle quali emerge che Salvino Caputo sarà candidato in questa lista. Ad un certo punto gli viene comunicato che i dirigenti politici hanno deciso di non candidarlo per due ragioni: prima di tutto perché ha riportato una condanna, e questo secondo i dirigenti non consente la sua eleggibilità, il secondo motivo è che la commissione Bindi lo ha considerato un soggetto che non ha requisiti morali per essere candidato” – ha spiegato il magistrato.
“Si architetta una situazione nella quale candidato è Mario Caputo suo fratello ma si farà credere che il candidato è Salvino Caputo. – ha proseguito Cartosio -. Questo non può avvenire a Palermo e Monreale, ma lo si farà credere nelle Madonie. Così si confezionano volantini e manifesti senza foto e con il solo nome Caputo (nello foto)”.
Pertanto gli elettori, lo scorso 5 novembre, si sarebbero recati alle urne convinti di avere espresso la propria preferenza per lui anziché per il fratello”. Nel corso di una intercettazione telefonica, ha detto ancora il procuratore Cartosio, un interlocutore dice a Salvino Caputo: “Non ti preoccupare tanto lo sanno tutti che all’Ars ci va tuo fratello ma in verità a tutto ci pensi tu”.
Per il Procuratore di Termini Imerese “Salvino Caputo era soggetto aduso ad un’attività sicuramente contra legem il voto di scambio, attività che esercitava in modo sistematico. L’esigenza cautelare per attentato ai diritti politici del cittadino è stata necessaria per impedire la commissione di reati della stessa natura”.